Kata, spunta l’ipotesi dello scambio di persona. Il padre ai pm: «Volevano prendere un’altra bambina»

20 Giu 2023 15:20 - di Lorenza Mariani
Kata

Nell’assordante silenzio di prove e indizi, nel caso della scomparsa della piccola Kata – scomparsa il 10 giugno scorso dall’ex Hotel Astor di Firenze, dove viveva con la famiglia – spunta una nuova ipotesi. Un’ulteriore possibile pista al momento, nulla di più se non una suggestione che ieri il padre della bambina, il 27enne Miguel Angel Romero Chicclo, ha comunicato agli inquirenti: quello dello scambio di persona. «È una possibilità che il padre di Kata ipotizza, e che ha voluto riferire personalmente alla Procura – ha spiegato uno dei legali che lo assiste, l’avvocato Filippo Zanasi –. Devo dire che il profilo del mio assistito – ha quindi aggiunto l’avvocato – come quello di sua moglie, è tale che pensare a una vendetta perpetrata verso di loro sia onestamente inverosimile. Sempre che di vendetta si tratti»…

Bimba scomparsa, spunta una nuova ipotesi: Kata vittima di uno scambio di persona

Dunque, secondo quanto riferito dal papà di Kata agli inquirenti, la figlia sarebbe stata vittima di uno scambio di persona. E chi l’ha rapita in realtà voleva prendere un’altra bimba. Inoltre, sempre secondo il genitore, il sequestro potrebbe essere maturato nei contrasti fra gruppi rivali che si fronteggiavano nell’occupazione abusiva dell’ex Hotel Astor. Una pista non esattamente nuova però: l’ipotesi dello scambio di persona, infatti, è una delle prime che gli inquirenti al lavoro sul caso hanno preso in considerazione. Stavolta però, da quanto emerge sui media da fonti investigative, e dalle dichiarazioni dei legali in forza ai genitori della piccola Kata, il padre della bambina avrebbe esposto al pm dei fatti avvenuti dentro l’hotel.

Il padre ieri ha chiesto di incontrare i pm per dire: «Volevano prendere un’altra bambina»

Un’edificio che, lo ricordiamo, anche ieri è stato nuovamente rivoltato come un calzino, con sopralluoghi e perlustrazioni dai tetti alle fognature. Una seconda ispezione che si è conclusa dopo circa otto ore, nell’arco delle quali i carabinieri del Ros, del Sis e del Gis hanno perlustrato nuovamente, con l’ausilio di sofisticate strumentazioni, ogni stanza. Ogni anfratto, intercapedine, controsoffitto e sgabuzzino della struttura. Oltre ai locali sotterranei. Sequestrando diversi reperti considerati utili alle indagini per la ricerca della bimba. Procedendo infine anche con l’operazione di svuotamento delle fosse biologiche. Una ricerca approfondita, capillare, esaustiva, il cui esito al momento determina l’unica certezza in tutta questa storia: la bimba non è nell’ex hotel. E lì, di lei non c’è più traccia. Dunque, bisogna continuare a cercarla.

 

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