Impagnatiello non convince gli investigatori: il corpo di Giulia non era nel bagagliaio

6 Giu 2023 9:12 - di Redazione
ALESSANDRO_IMPAGNIATIELLO_E_GIULIA_TRAMONTANO

La confessione di Impagnatiello non convince gli investigatori, qualcosa non torna nel racconto, soprattutto nei tempi: la versione fornita agli inquirenti dal barman 30enne finito a in carcere giovedì scorso per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano incinta del piccolo Thiago non combacia affatto con le indagini svolte dagli investigatori prima che il giovane crollasse.

Pressato dagli investigatori, Impagnatiello, ad un certo punto ha deciso di confessare. Senza una lacrima, racconta chi era lì in quel momento, si è sistemato meglio il cappellino da baseball sulla testa e, poi, rivolto ai carabinieri ha detto: “iniziamo, dai”.

Ha ammesso di aver ucciso Giulia a coltellate, in soggiorno, di avere tentato di bruciarne due volte il corpo, dapprima nella vasca da bagno, e di averlo nascosto prima in garage e poi in auto. E qui qualcosa non torna. Perché gli investigatori ricordano di aver guardato nel bagagliaio dell’auto. E il corpo non c’era.

Nella notte tra martedì e mercoledì scorso lo avrebbe, poi, gettato in un’intercapedine in un’area dismessa.

Insomma, il punto è che quando il cadavere giaceva nell’auto di  Impagnatiello – stando alla sua ricostruzione – i carabinieri che indagavano sulla scomparsa della 29enne non ne avevano trovato traccia nel bagagliaio della T-Roc, ben visibile dall’esterno, poiché sprovvisto di cappelliera.

Da qui la decisione dei carabinieri di sequestrare la cappelliera copribagagli mentre proseguono le indagini, coordinate dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, per capire se, effettivamente, Impagnatiellocome continua a sostenere – abbia agito da solo, dal momento dell’omicidio fino a quello in cui ha gettato il cadavere di Giulia dietro ai box, a poca distanza dall’abitazione in cui vivevano.

Alle 12 di oggi i carabinieri del Sis, il nucleo investigativo, entreranno nell’appartamento in cui la coppia viveva in via Novella, a Senago, per effettuare rilievi alla presenza delle parti.

Per rappresentare Impagnatiello, il cui legale di fiducia Sebastiano Sartori, ha rinunciato ieri al mandato, è stato nominato un avvocato d’ufficio, dopo non poche difficoltà – a quanto si apprende – a reperirne uno disponibile.

Ieri gli inquirenti avevano riascoltato tutti i familiari della vittima e anche l’addetto alle pulizie che aveva trovato cenere nella casa di Senago, mentre si continua a cercare il telefonino di Giulia, gettato – a quanto racconta Impagnatiello – in un tombino.

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