Il capolavoro di Pratica di Mare: la stretta di mano tra Bush e Putin che mise fine alla Guerra Fredda

12 Giu 2023 14:29 - di Alessandra Danieli

Fu un capolavoro di diplomazia. Uno spartiacque nei rapporti da Mosca e Nato che neppure i peggiori detrattori, dopo oltre venti anni, possono negare. “Pratica di Mare: un evento per mettere fine a 50 anni di Guerra Fredda”. Era il 28 maggio 2002 e così Silvio Berlusconi presentava quello che fu senza dubbio uno dei suoi maggiori successi diplomatici da premier.

Pratica di Mare, 28 maggio 2002: un capolavoro diplomatico

A Pratica di Mare, presso l’aeroporto militare della località a sud di Roma, si tenne l’intesa storica tra la Federazione russa e la Nato con la firma della Dichiarazione di Roma. Che inserì la Russia nei meccanismi decisionali dell’Alleanza atlantica. In particolare sul contrasto al terrorismo e alla proliferazione delle armi di distruzione di massa. Un accordo fortemente voluto da Berlusconi, che chiamò quegli accordi “lo sposalizio di Pratica di Mare”. Un colpaccio, si potrebbe dire, frutto di un lungo lavoro di mediazione del Cavaliere.

Berlusconi: un evento per mettere fine a 50 anni di Guerra Fredda

La scelta del luogo avvenne esclusivamente per motivi di sicurezza, considerando anche il poco tempo a disposizione per preparare l’arrivo dei potenti della terra di allora. Vladimir Putin, con il quale Berlusconi aveva rapporti di amicizia che andavano ben oltre quelli politici, era già in quella lista. Seicento persone lavorarono all’organizzazione dell’evento e 15mila uomini tra forze dell’ordine e militari furono messi in campo per garantirne la sicurezza. Uno sforzo imponente quello compiuto dall’Italia che Berlusconi alla vigilia, prima di incontrare George W. Bush a Villa Madama, sintetizzò con una battuta: “Abbiamo realizzato questo miracolo…”.

La stretta di mano tra Putin e Bush

Al vertice Russia-Nato presero parte 20 delegazioni guidate da sei capi di Stato e 14 capi di governo, oltre all’allora segretario generale della Nato, Lord George Robertson. Tra loro, oltre ovviamente a Putin e Berlusconi, c’erano Bush, Jacques Chirac, Gerard Schroeder e Tony Blair. ”La giornata di oggi resterà tra i più bei ricordi della mia vita”, furono le parole pronunciate da un Cavaliere emozionato nel discorso di apertura dei lavori. Discorso in cui non mancò un momento di ilarità quando Berlusconi – parlando di Enea e della fondazione della Città Eterna – disse che “diede luogo a una dinastia da cui nacquero Romolo e Remolo”.

Il protagonismo dell’Italia in politica estera

Negli anni successivi Berlusconi citò spesso quel suo successo diplomatico. Il 10 settembre 2010, intervenendo al Forum internazionale sulla democrazia a Yaroslavl, rivelò di aver scritto personalmente l’accordo che prevedeva una collaborazione tra i Paesi della Nato e la Federazione russa. A vent’anni di distanza l’ex premier ricordò ancora l’evento durante il quale ‘incoraggiò’ anche una storica stretta di mano tra Putin e Bush, rivendicando “con orgoglio di aver dato all’Italia un ruolo da protagonista nella politica estera.

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