I deliri della Stampa sulle “ombre nere”: il mischione del giornalismo pistarolo

3 Giu 2023 11:23 - di Vittoria Belmonte

Tra un anno si vota per le elezioni europee. La macchina del fango contro la destra sta già scaldando i motori potendo contare su alcuni talk della tv La7, sul quotidiano di De Benedetti Domani (che fa inchieste coraggiose, spiegandoci anche cosa andò incendiato nel rogo che colpì la casa di Meloni bambina), su Repubblica e sulla Stampa. Proprio su quest’ultimo quotidiano sono state ospitate due puntate di una “inchiesta” dell’ultimo giornalista pistarolo arrivato nella tribù “resistente” degli anti-Meloni: Andrea Palladino. Già  attenzionato ovviamente da Corrado Formigli, in crisi di astinenza da “lobby nere”.

Palladino è uno ossessionato dal nero. A Velletri alle comunali vince la destra? Ci sono “nubi nere” sulla città. Esiste una rete di case editrici di destra? E’ una rete nera. Lui scruta questa ombra bruna che si allunga sull’Europa e che va da Roma a Parigi, da Madrid a Dresda. La Stampa, in un misto di generosità e malafede, piazza queste elucubrazioni in prima pagina, oggi e il 1 giugno. Le trame nere da Giannini sono sempre le benvenute.

Andiamo a leggere e troviamo innanzitutto un linguaggio intriso di evocazioni belliciste: “contrattacco identitario”, “l’assalto al mondo della cultura di Fratelli d’Italia – dalla Rai, ai piani alti del ministero, dai musei all’editoria”, “gruppi sotterranei” (che vuol dire poi sotterranei? Agiscono alla luce del sole ma quell’aggettivo, “sotterraneo”, fa tanto “eversione”, sempre nera s’intende). Tutto questo cosa avrebbe prodotto? Il solito convegno di Francesco Giubilei sugli Stati Generali della cultura. Ma quello, ci racconta Palladino, è solo il mondo “visibile”.

Poi c’è quello “invisibile, radicato soprattutto nell’area giovanile, la più sensibile al richiamo della nuova cultura identitaria, che va ben oltre lo slogan Dio, Patria e Famiglia”. Il lettore si aspetta, finalmente, un po’ di “ciccia”. E quale sarebbe l’obiettivo di questo mondo invisibile, ombroso, nero e sotterraneo? “La ricostruzione dell’Europa bianca, cattolica e ultratradizionalista”. Linguaggio da campus wokisti ma andiamo a vedere da dove ricava queste granitiche certezze.

Palladino parte da undici anni fa, dalla fondazione del gruppo di estrema destra di “Génération Identitaire”, che dichiara guerra “ai migranti, soprattutto mussulmani, chiamati “feccia”; poi contro la società civile che ne tutela i diritti, le Ong, Medici senza frontiere, Sos racisme; e infine la contrapposizione netta alla società “figlia del ’68”, alle famiglie non tradizionali, ai valori progressisti e liberal. Con una frase che è bene tenere a mente: «Chiuderemo i vostri libri di storia per recuperare la nostra memoria»”. Nel 2021 il gruppo viene sciolto. Quindi qual è il problema per Palladino? Che la cultura identitaria “è in ascesa” anche in Italia.

Complice la casa editrice Passaggio al bosco. E che ha fatto questa casa editrice di tanto losco? Ha promosso la vendita del candeliere solstiziale, “la lampada rituale del solstizio d’inverno”, la Julleuchter, “nel modello identico a quella che Erich Himmler distribuiva agli ufficiali delle SS negli Anni ’30”. Ora, senza scomodare il truce collegamento con Himmler, basta cliccare su Amazon “simboli del solstizio d’inverno” per trovare una vasta gamma di chincaglieria neopagana senza da ciò dedurne che ombre nere si allungano sull’Europa. Quanto alla casa editrice Passaggio al Bosco dal sito è possibile dedurne finalità e intenti. E’ tutto descritto, non c’è nulla di occulto e sotterraneo. Se non piace basta non acquistare quei libri.

Ma il nostro giornalista d’inchiesta ha fiuto lungo. E “scopre” il collegamento con l’istituto Iliade di Parigi”. Che si ispira alle idee di Dominque Venner, intellettuale che nel 2013 si uccise nella cattedrale di Notre Dame di Parigi. Venner si sparò alla testa. E ciò diviene nella fantasiosa prosa di Palladino un “suicidio rituale” (forse confuso col seppuku di Yukio Mishima). Venner sosteneva la necessità di salvaguardare la cultura e le tradizioni europee, il che lo fa subito diventare, nella mentalità del progressismo woke una “figura sulfurea”.

Ma andiamo avanti. “Dal 2020 – scrive Palladino – l’Istituto Iliade ha avviato diverse partnership con centri culturali e movimenti politici, sviluppati con una politica di inviti mirati alle convention annuali organizzate al Pavillon Wagram. In Spagna con la Fides Ediciones, in Grecia con Logxi, in Inghilterra con l’editore di estrema destra Arktos, che nel catalogo pubblica buona parte delle opere di Julius Evola, il filosofo ispiratore in Italia del Centro studi Ordine nuovo. In Germania diffonde il verbo identitario del centro studi parigino la casa editrice di Dresda JungEuropa Verlag, fondata dall’esponente della destra radicale tedesca Philip Stein, ospitato diverse volte in Italia da Casapound e invitato dall’AfD in alcuni eventi come relatore. I rapporti più solidi, però, sono con il nostro Paese e con quell’area fiorentina della destra organica a Fratelli d’Italia”.

Quindi fate attenzione al volo pindarico, più che logico, che collega il “sulfureo” Venner e la francese Generazione Identitaria di estrema destra a Fratelli d’Italia: ci si arriva tramite l’Istituto Iliade e il collegamento con la destra giovanile fiorentina di Casaggì e Azione studentesca (sorvoliamo su Julius Evola ridotto a ispiratore di Ordine Nuovo). Ma cosa ha fatto di tanto pericoloso questo istituto Iliade? Intanto non ha risposto alle domande mandate da Palladino, il che dev’essere apparso come un gravissimo reato. Poi collabora con la casa editrice Passaggio al Bosco che ha avuto l’ardire di pubblicare una collana per bambini con testi dedicati ad Alessandro Magno e alla mitologia greca, in particolare alla figura di Atena. Figure anch’esse “sulfuree”? Evidentemente sì visto che questo è il commento di Palladino: “La linea è quella della cultura della riconquista ultratradizionalista, basata sui valori ancestrali dell’Europa bianca“. Le ombre nere e l’Europa bianca… Occorre negare dunque che esista una cultura europea, un immaginario europeo, una tradizione europea per essere graditi alla Stampa, per non apparire pericolosi, sulfurei, sotterranei e “neri”. Ci rendiamo conto?

Il mischione prosegue, “denunciando” l’alleanza tra il think tank Iliade e la rivista The European Conservative, “diretta da Mario-Alvino Fantini e con la partecipazione nel board editoriale del consigliere del ministro Gennaro Sangiuliano Francesco Giubilei. La pubblicazione, con sede a Budapest, ha tra i promotori l’associazione Nazione Futura, il centro studi che lo scorso aprile ha organizzato a Roma gli Stati generali della cultura nazionale, una sorta di vetrina della «controegemonia culturale» del governo guidato da Giorgia Meloni”.

Ecco che così si chiude il cerchio: le ombre nere si allungano inglobando Meloni, il suo governo, i suoi ministri. I wokisti di tutta Europa stiano in guardia contro il ritorno del “fascista” Alessandro Magno e della saggia dea Atena. E’ tutto sulfureo, tutto nero, tutto ombroso… La chiudiamo qui con questo gioco di evocazione in malafede che andrebbero indagate da un bravo analista. E’ proprio il caso di rispolverare a questo punto un noto slogan sessantottino: una risata vi seppellirà.

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