Enrico Berlinguer moriva 39 anni fa. Il gesto di Almirante fu il simbolo dell’omaggio dell’Italia intera
Quel giorno di 39 anni fa molti di noi ricordano cosa stavano facendo. Quella sera, il 7 giugno , in piena campagna elettorale per le elezioni europee, Enrico Berlinguer cadde sul palco di Padova colpito da un ictus. Morirà quattro giorni dopo e il Pci, sfruttando l’effetto commozione, diventerà il primo partito italiano. Icona straordinaria della sinistra massimalista, sardo e borghese, ricco di famiglia, Berlinguer aveva incarnato lo spirito proletario non senza contraddizioni.
Negli anni Settanta a Sofia avevano tentato di farlo fuori. In un’intervista dichiarò di sentirsi più sicuro “sotto l’ombrello della Nato” nonostante quella spettacolare organizzazione del suo partito, con migliaia di funzionari, si reggesse grazie ai dollari che annualmente il Pcus gli elargiva. Sul piano strettamente politico Berlinguer aveva subito una sorta di trauma con l’omicidio Moro, che congelava ogni ipotesi di costruzione alternativa con il Pci protagonista.
Craxi, il nemico
In quel 1984 c’erano un Capo dello Stato socialista ma soprattutto un Premier socialista, autonomista e coraggioso che aveva, con molta spregiudicatezza, lanciato una sfida di riformismo e di modernizzazione culminata con Il decreto di San Valentino sulla scala mobile. Craxi era già il nemico da abbattere dal Pci. Berlinguer, destinato eternamente all’opposizione, il Papa di una Chiesa che raccoglieva il consenso di un terzo degli italiani. Quell’emorragia cerebrale arrivò mentre l’Urss si apprestava ad eleggere segretario Gorbaciov e ad avviare un quinquennio di glasnost che sarebbe coincisa con il dramma della implosione e della caduta del socialismo reale nella cortina di ferro. Un po’ di anni prima, Berlinguer aveva posto la questione morale. Un’accusa implicita al sistema di corruttela del pentapartito ma anche un monito a una flessione notevole dei valori morali che stava attraversando gli anni Ottanta.
Per molti la morte di Berlinguer fu la fine della Prima Repubblica
Berlinguer morì sul “lavoro”, così come avrebbe fatto quattro anni dopo Giorgio Almirante. Proprio il leader missino fu , per citare la figlia Bianca, l’emblema migliore dell’omaggio dell’Italia intera a Berlinguer con quella lunga camminata da cittadino anonimo in fila per salutare il feretro. Quella sera di 39 anni fa segnò per molti versi la morte anticipata della prima Repubblica. Il leader che cede nella drammaticità delle immagini conferma la corporeità di ciò che rappresentava. Era un uomo che portava in sé il carisma tipico di quelle guide immanenti che, proprio come i Papi, vanno via solo con la morte. 40 anni dopo il deserto totale accompagna la politica. Non più divisa per classi o per rappresentatività. In un mondo totalmente cambiato nemmeno la questione morale ha più lo stesso sapore. In mezzo, nonostante la sua antistoricità, l’immagine eterna di un uomo che ispirava fiducia in chiunque ne incrociasse lo sguardo. Un uomo onesto.