Tutti in lutto per Lagioia che finisce il mandato al Salone del Libro. Perdonate anche le frasi sessiste

23 Mag 2023 17:20 - di Vittoria Belmonte
Lagioia

Straordinario, magnifico, superlativo, grandioso, stupefacente, meraviglioso… ma quanto è stato bello quest’ultimo Salone del Libro a guida Nicola La Gioia da Bari. Quanto dolore per il suo addio (ma ha finito il mandato, non è che è stato cacciato). Sui social è tutto un profluvio di commozione, una infinita vibrazione di “è stato bellissimo”, “è stato indimenticabile”, “è stato tanta roba”.

I cinguettii amorosi per Lagioia che va via

Cominciamo da Roberto Saviano, che giudica questa edizione del Salone “strepitosa”. Lui era onnipresente, pre giorni di seguito a pontificare, con il gregge di lettori a fare la fila per la firma. Michela Murgia ritwitta direttamente Saviano, per non ripetersi. Chiara Valerio ritwitta Lagioia che dice “Grazie, è stato bellissimo”. Poi c’è la scrittrice Loredana Lipperini: “L‘avventura del salone di @NicolaLagioia è stata la più vitale, creativa, rinvigorente di sempre”. Repubblica è raggiante: “Il Salone ha superato se stesso”. La Stampa ci racconta di abbracci e lacrime per il saluto al direttore uscente. Che passa il testimone ad Annalena Benini, la quale in questo clima di turbamento e afflizione, si lascia trasportare: “Sul caso Roccella avrei fatto come Nicola, che ha tutto il mio sostegno“.

L’attacco a Montaruli, l’assist di Murgia

Il punto è che Nicola non ha fatto nulla. E’ stato pilatesco. Salvo poi fare la vittima e attaccare la deputata di FdI Augusta Montaruli che gli ha gridato “vergogna”. Che intollerabile aggressione! Invece quelle che hanno impedito la presentazione del libro di Eugenia Roccella erano pacifiche dissidenti. Poi arriva Murgia e fornisce l’assist: Roccella mica è una scrittrice qualsiasi, è un ministro, fa le leggi contro le donne. Quali? Nessuna. Ma lasciamo stare.

Il commento sessista e volgare su Melissa P.

Il fatto è che quando Lagioia si sente criticato il suo ego non regge. E’ accaduto anche quando, un anno fa, Striscia la notizia gli ricordò una brutta frase scritta anni fa su un blog dopo l’uscita del secondo romanzo della scrittrice Melissa Panarello. Frase per la quale aveva chiesto scusa all’interessata, ma che resta significativa, davvero da Premio Strega: “Con lei c’è una sola cosa da fare. La prendi. La metti a novanta appoggiata a un tavolo. Poi prendi Lolita di Nabokov. Strappi le pagine. Gliele infili una per una nel culo. Dopo un po’, per osmosi, qualcosa assimila per forza”. Capito che finezza lo straordinario direttore del Salone del libro? Ma guai a rinfacciargli l’episodio. E’ violenza. E’ una roba di tanti anni fa. E il bello è che le pseudo femministe a lui non l’hanno mai contestato, si sono concentrate sulla Roccella.

Lagioia invoca il diritto all’oblio, che non vale per gli avversari

Ora, proprio dallo stesso pulpito che colpiva così volgarmente Melissa Panarello è arrivato quel giudizio poco carino verso Montaruli: “Una pregiudicata”. (Ecco la frase esatta: Non è un bell’esempio per i giovani che sul palco con una ministra ci sia una pregiudicata. Augusta Montaruli che dice ‘con tutti i soldi che prendi’ è stata condannata in via definitiva per peculato). E Lagioia che esempio sarebbe, non è forse un maschio sessista e volgare? Dice: sono cambiato, vent’anni fa, all’epoca del commento incriminato, non capivo (e comunque aveva 30 anni). E comunque ha chiesto scusa. Anche Montaruli ha restituito i soldi che le venivano contestati, se è per questo.

Il rinfaccio perpetuo e chi lo pratica

Un anno fa, quando Ricci fece esplodere lo scandalo Lagioia su Striscia, Guia Soncini, un’altra ex fogliante proprio come la Benini chiamata a succedere a Lagioia, scrisse che era ora di finirla con questo “rinfaccio perpetuo”. Il problema è che uno se le dimentica le cose che dicono i seguaci del rinfaccio perpetuo quando tocca a loro stare sotto schiaffo… Ma a Lagioia non toccherà mai. Lo hanno santificato oggi. Per i 215mila arrivati al Salone (più per inseguire i divi della parola che per amore dei libri) e perché è stato criticato da una ministra del governo Meloni. E ciò lo rende degno di incondizionato amore.

L’oblio non vale per i ministri meloniani…

Il rinfaccio perpetuo lo si riservi ai ministri meloniani e alle magliette che indossavano da ragazzini. Per loro non c’è oblio che tenga, per il sessismo di Nic invece sì. Lui, del resto, ha scritto oggi sul giornale Luigi Mascheroni  “è quello che tutti gli intellettuali vorrebbero essere. Famoso, ricco («Con tutti i soldi che guadagna») e potentissimo, in particolare sull’asse Repubblica-Einaudi-RadioTre-Esquilino. Ed è persino di sinistra. A sinistra dei dem-centristi e un po’ a destra di Christian Raimo”. Insostituibile proprio…

 

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