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Salone del libro, Veneziani e Buttafuoco contro i teppisti: “Intolleranti comunisti e analfabeti”

Politica - di Federica Argento - 22 Maggio 2023 - AGGIORNATO 23 Maggio 2023 alle 08:32

Un Pietrangelo Buttafuoco giustamente spietato interviene sul grave episodio di intolleranza contro il ministro Eugenia Roccella al Salone di Torino: “Aver impedito alla ministra della Famiglia, Natalità e Pari Opportunità di presentare al Salone del Libro il suo volume ‘Una famiglia radicale’ (Rubbettino) è un atto “di analfabetismo” e di “totalitarismo”. Che denota una forma di “estremismo, malattia infantile dell’ideologia“.

Salone del libro, Buttafuoco: “Analfabetismo e totalitarismo”

Lo scrittore ed editorialista, direttore artistico del Teatro dell’Aquila, è un intellettuale che ha fatto del dialogo e del confronto una cifra culturale da tutti apprezzata. Per questo la scena che ha coinvolto il ministro gli ripugna. In un colloquio con l’AdnKronos riflette: “Se solo studiassero la storia e la genesi di ciò che rivendicano, i contestatori di Roccella non potrebbero che averne ulteriori argomenti per approfondire; e magari emanciparsi rispetto al vicolo cieco in cui si sono infilati”. Il vicolo cieco che obnubila l’onestà intellettuale è “quello dell’estremismo- afferma Buttafuoco-  malattia infantile della ideologia. Impedire fisicamente la discussione è un lapsus rivelatore ben doppio: quello dell’analfabetismo, e poi quello del totalitarismo di cui sono portatori. Non esiste altra possibilità di pensiero che quella loro. Tutto il resto è negazionismo. Nella pandemia, nella guerra, nella pioggia e figurarsi nella questione delle questioni: l’utero in affitto”, conclude lo scrittore.

Caso Roccella, Sgarbi: “Lagioia doveva garantire presentazione e dibattito”

Altri intellettuali ed esponenti del governo trasecolano di fronte alla gravità di quanto accaduto. Vittorio Sgarbi la pensa così: “La ministra Eugenia Roccella era al Salone del Libro in qualità di autrice di un libro, ed era prima di tutto un autore invitato a parlare della sua opera. Andava dunque fatta parlare, perché al centro di tutto ci deve essere il libro. Si è data voce più alle tifoserie che non al libro”. Il sottosegretario alla Cultura scagiona solo in parte il direttore del Salone: “Il limite di Nicola Lagioia è stato quello di non garantire che lei parlasse, doveva garantirlo e poi aprire il dibattito. Lagioia non è colpevole di nulla, ma non doveva privarsi del diritto di far parlare l’autore del libro: perché è il libro ad essere al centro”.

Salone del libro, Veneziani: “Violenza di origine anarco-comunista”

Parla di “di intolleranza rossa” e di “sfregio alla democrazia e alla cultura” Marcello Veneziani. “E’ un caso di intolleranza che non chiamerei, come è stato fatto, di ‘squadrismo’ o di ‘fascismo degli antifascisti’. Si tratta invece di un’intolleranza rossa, una violenza di origine anarco-comunista, radicale“. Lo afferma parlando dell’episodio con l’AdnKronos, precisando: “E’ una forma di intolleranza che sarebbe bene chiamare con il suo vero nome. Mi pare un episodio assurdo anche perché è stato giustificato al contrario come una tutela del dissenso. Così ne hanno parlato la Schlein e Lagioia”. “Mi sembra veramente inverosimile che si impedisca a un’autrice, oltre che a un ministro, di parlare nel nome della difesa del dissenso. La Roccella – aggiunge Veneziani – ha una posizione fin troppo timida riguardo alla sua difesa della famiglia: di tutto la si può accusare meno che di essere intollerante verso chi non la pensa come lei”.

Giordano Bruno Guerri: “Fatto spregevole”

Per il presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri impedire alla ministra Roccella di parlare “è una cosa inammissibile. Un fatto vergognoso, spregevole anche. Ma tutto tranne che fascista e antifascista”. Precisa: “Non si può applicare la parola fascismo a qualsiasi cosa. Il fascismo – precisa lo scrittore – è un fenomeno storico concluso, ben definito che non esiste oggi. Per paradosso esiste di più l’antifascismo. Che c’entra il fascismo con quello che è successo al Salone del Libro di Torino? E poi non c’entra neanche l’antifascismo. Delle persone hanno impedito a una signora di parlare. Sono antifascisti per questo?”. In realtà, per Guerri, “sono intolleranti e anche ignoranti, francamente. Non conoscono il concetto di libertà che va presa per intero”.

 

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di Federica Argento - 22 Maggio 2023