Salone del libro, la lezione di democrazia di Vespa in tv ammutolisce Lerner e inchioda Lagioia

24 Mag 2023 16:09 - di Chiara Volpi
Vespa Lerner

Bruno Vespa in tv asfalta Gad Lerner: con disinvoltura e un pizzico di pepe. Il giornalista Rai non è solito scomporsi o sobbalzare sulla sedia, ma in questo caso il conduttore di Porta a Porta ha fatto una piccola – ma significativa – eccezione. Nel salotto tv di Cartabianca si parla del caso del Salone del libro di Torino e delle contestazioni di un manipolo di manifestanti che ha impedito al ministro Roccella non solo di presentare il suo libro, ma anche semplicemente di parlare, nonostante i ripetuti inviti rivolti ai sedicenti attivisti pro-aborto e utero in affitto impegnati in urla e strepiti contro di lei. E l’anfitrione di Raiuno, ignorando con classe i sorrisetti sardonici di Gad Lerner ospite in collegamento, offre una vibrante lezione di democrazia a interlocutori e spettatori. Una lezione che zittisce Lerner che, alle corde, ricorre ad argomentazioni generiche e post-datate.

A “Cartabianca” Bruno Vespa mette a tacere Gad Lerner. E non solo…

«Ti pare normale che a un ministro venga impedito di parlare? È una buona pratica?», chiede Bruno Vespa indirizzando l’interrogativo retorico prima alla conduttrice del talk di Raitre, Bianca Berlinguer, e in seconda battuta a un silenzioso Gad Lerner. Il quale, in evidente difficoltà, trincerandosi dietro un sorrisetto imbarazzato, ricorre al pannicello caldo della legittimità della protesta, asserendo: «Eugenia Roccella è una ministra al centro delle polemiche per il corpo delle donne, la gravidanza, le famiglie omogenitoriali. C’è stata una contestazione alla ministra, con la quale non c’erano mai state occasioni di dialogo o confronto». Quella di Torino poteva esserlo però. E Vespa non manca di sottolineare l’opportunità rigettata, che i manifestanti in delirio contestatario hanno rifiutato platealmente.

La lezione di democrazia di Bruno Vespa a Gad Lerner

Tanto che – e qui il sobbalzo sulla sedia del giornalista notoriamente sempre molto compassato è quasi d’obbligo – controbatte: «Il direttore del Salone del Libro di Torino avrebbe potuto fare qualcosa in più. Io avrei gestito la situazione. Lui ha accettato che l’ospite venisse offeso. Mentre avrebbe potuto agire su una moral suasion».  Una sottolineatura che, ancora una volta, induce Lerner a sorridere. Di fronte alle evidenti responsabilità del direttore della kermesse rispetto a quanto accaduto e all’inequivocabile scopo della protesta – non confrontarsi, ma silenziare la ministra e accaparrarsi quei 15 minuti di notorietà mai negati a nessuno – c’è poco da controbattere del resto. Così, la conclusione del dibattito, che registra l’evasiva replica di Lerner, lo dimostra a chiare lettere… e risatine a mezza bocca.

 

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