Migranti, il dl Cutro incassa la fiducia alla Camera e la sinistra va fuori di testa

3 Mag 2023 20:04 - di Adriana De Conto
Dl Cutro migranti

L’Aula della Camera ha approvato la questione di fiducia posta dal governo sul disegno di legge di conversione del decreto Cutro. La fiducia è passata con 213 sì, 133 no e 5 astenuti. Il voto finale sul provvedimento, già approvato dal Senato, è previsto per giovedì, quando il dibattito potrà procedere spedito. Il Pd e l’opposizione danno di matto. “Con il Decreto Cutro il governo e la sua maggioranza hanno superato ogni limite- strilla Simona Bonafè, capogruppo del Partito democratico in Commissione Affari Costituzionali di Montecitorio, nella dichiarazione di voto- . “Hanno infatti utilizzato un nome che evoca sofferenza e morte per costruire una ulteriore e vergognosa operazione di propaganda a danno dei più deboli”. “Sarà un caso, ma proprio il 2 maggio ci siamo ritrovati a parlare di emergenza migranti, ma quella sbagliata. La vera emergenza sono gli oltre 100.000 nostre ragazze e ragazzi che partono per l’estero, non coloro che arrivano. Inoltre, è bene ricordarlo, proprio all’indomani della festa delle lavoratrici e dei lavoratori che noi siamo sì una Repubblica democratica fondata sul lavoro, ma all’estero”. Così Toni Ricciardi, deputato del Pd e storico delle migrazioni.

Dl Cutro incassa la fiducia della Camera. Sinistra in tilt

Il Pd è sulle barricate: “Sarà un caso, ma proprio il 2 maggio ci siamo ritrovati a parlare di emergenza migranti, ma quella sbagliata. La vera emergenza sono gli oltre 100.000 nostre ragazze e ragazzi che partono per l’estero, non coloro che arrivano”. Così Toni Ricciardi, deputato del Pd e storico delle migrazioni. Nel Pd sono talmente infuriati che straparlano di altro.  “Questo decreto è propaganda, contiene misure contrarie alla Costituzione, al diritto internazionale ed è contro l’interesse dell’Italia”, azzarda Benedetto Della Vedova di +Europa.  Ma è da martedì che il Pd cannoneggia sulla questione di fiducia posta dal governo.

Dl Cutro, il delirio della Boldrini: “Governo disumano”

Non poteva mancare all’appello Laura Boldrini, che ha usato toni pesantissimi contro l’esecutivo, al limite dell’insulto definendo il governo “disumano”.L’ex presidente della Camera è andata oltre il limite. “Il dl Cutro evoca il comportamento cinico e ipocrita di un governo che non ha mai voluto chiarire fino in fondo le ragioni che portarono a quella tragedia”. Non è così. Eppure prosegue: “In questo decreto legge c’è poi la misura più grave di tutte: la mutilazione della ‘protezione speciale’ che provocherà effetti assolutamente dannosi”.

Ad Avs non resta che il il cabaret

Critiche di tenore analogo da parte di altri partiti. “Presidente Meloni, a che punto è questa caccia agli scafisti nel globo terracqueo? Finora non avete catturato nessuno, non siete andati a prendere nessuno da nessuna parte”: a Filiberto Zaratti di Avs non resta che il cabaret. Il dl Cutro supera quelle norme che abbiamo ereditato dal centrosinistra e che hanno consentito a chiunque arrivasse in qualsiasi modo in Italia di potersi fermare;  attraendo nuove persone su quei barconi protagonisti di viaggi che spesso si trasformano in tragedie. Un meccanismo dettato da una “presunta solidarietà”.

Il dl Cutro

Il provvedimento, varato dal Consiglio dei ministri dopo la tragedia di Cutro, nei propri primi tre articoli definisce il decreto flussi per il prossimo triennio. Che per il 2023 è stato nel frattempo emanato per 82mila posizioni, mentre le richieste arrivate dagli imprenditori hanno raggiunto quota 250mila. Le domande riguardano persone già presenti in Italia. La parte penale del decreto mira a perseguire gli scafisti e i trafficanti di esseri umani . Chi infatti porta in modo irregolare i migranti con metodi pericolosi verrà punito con pene dai 20 ai 30 anni; se da ciò deriva la morte anche non voluta dei migranti, come è avvenuto a Cutro. C’è quindi una stretta ai permessi speciali. Già il testo originale del decreto ha adottato delle limitazioni rispetto a quanto introdotto dal decreto Lamorgese del 2020 (che recepiva una sentenza del 2019 della Cedu contro l’Italia). In più al Senato è stato introdotto un ulteriore giro di vite.

Nodo ricorsi su protezione, si valuta la modifica

L’articolo 7 ter del dl migranti, introdotto al Senato, potrebbe creare dei problemi interpretativi arrivando addirittura a precludere eventuali ricorsi contro le decisioni di inammissibilità (ma non il rigetto) delle domande di protezione internazionale. A sottolinearlo il comitato per la legislazione della Camera. Un dubbio interpretativo sul quale si starebbe ragionando all’interno della maggioranza per valutare eventuali correttivi al testo che potrebbero essere decisi in una nuova norma ad hoc da parte del cdm. A chiedere una limatura è anche un odg al provvedimento a firma di Gianfranco Rotondi.

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