L’esperto: il ciclone africano ha scaricato su Emilia Romagna e Marche tutta la sua forza per l’effetto “Stau”

17 Mag 2023 16:08 - di Redazione

La Romagna, parte dell’Emilia orientale e anche le alte Marche sono state interessate da una ondata di maltempo eccezionale. “Il protagonista di questo evento drammatico è stato un ciclone mediterraneo insolitamente intenso per il mese di maggio”, spiega il meteorologo di 3bmeteo.com Edoardo Ferrara.

L’effetto Stau ha esasperato la situazione

Un ciclone nato sulle coste del Nord Africa che ha poi risalito la nostra Penisola da Sud ad iniziare dalla Sicilia, dove peraltro lunedì scorso ha generato intensi nubifragi con allagamenti. Il notevole potenziale di questo ciclone si era di fatto già espresso sull’Isola: nel Palermitano infatti erano caduti fino a 100mm di pioggia, ovvero quattro volte la media dell’intero mese di maggio. Nel corso di martedì il vortice ha interessato in modo più diretto anche il Centro-Nord Italia, ma proprio Emilia orientale e Romagna si sono trovate nella posizione più drammaticamente sfavorita. “La perturbazione infatti già di per sé era piuttosto violenta con piogge vigorose (punte di oltre 80mm anche sulle alte Marche), ma una volta raggiunta l’Emilia Romagna le precipitazioni sono state ulteriormente esasperate dal cosiddetto ‘effetto stau'”, ha detto Ferrara.

Quando si verifica l’effetto Stau

Il termine viene dalla parola tedesca Stau (significa “coda”, “ristagno”) e in meteorologia – si legge sul Sole 24 ore – indica un vento di risalita che si presenta quando una corrente d’aria, mentre supera una catena montuosa, perde parte della propria umidità che condensa in precipitazioni piovose o nevose. Questo fenomeno favorisce maggiori precipitazioni nelle zone limitrofe alle catene montuose, che vanno man mano diminuendo allontanandosi dai rilievi. In Italia i maggiori effetti dello Stau si producono lungo la catena alpina e appenninica a seconda della direzione di provenienza delle correnti umide e delle perturbazioni.

Tutti i fattori che hanno aggravato il maltempo

“Nello specifico – ha concluso Ferrara – le correnti di grecale, ricche di umidità, si sono scontrate con il contrafforte appenninico scaricando ingenti quantità di pioggia in modo costante nelle stesse zone. A questa situazione si sono aggiunte diverse aggravanti: il ciclone si è praticamente fermato una volta raggiunto il Centro Italia, protraendo quindi il maltempo; i forti venti di bora sulla costa con mare agitato hanno ostacolato anche il deflusso delle acque dall’Appennino verso l’Adriatico; i terreni erano già intrisi d’acqua per via dell’alluvione di appena due settimane fa sempre nella stessa zona e con cause del tutto simili a quelle attuali.”

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