Il Fatto se la prende col Secolo per l’affaire Natangelo. Con un’accusa originale: fascisti
Cari del Fatto quotidiano, uno potrebbe liquidare il vostro pervasivo piagnisteo sulla presunta “persecuzione” subita dal vostro vignettista Natangelo ricordando che l’articolo 21 esiste per tutti. Per Natangelo e anche per il Secolo d’Italia che dà la notizia dell’apertura di un procedimento disciplinare su di lui.
E poiché ancora non è stata fatta una legge che obbliga tutti i giornalisti e tutti gli opinionisti a difendere a spada tratta le vignette di Natangelo seguendo il modello della valchiria Selvaggia Lucarelli sarà bene che vi diate una calmata, anche perché la vignetta oggetto della “querelle” è stata molto criticata anche da chi non si colloca certo nell’area della destra.
Cosa è accaduto? Che il cdr del Fatto ci dedica due righe del suo sdegnato comunicato in difesa di Natangelo: “Non è un caso che il sito del Secolo d’Italia esulti per l’iniziativa. D’altronde, sono pur sempre gli eredi di quelli che hanno abolito la libertà di stampa in Italia“.
Vi invitiamo a leggere con più attenzione poiché non vi era nessuna “esultanza” nell’articolo che recava la notizia e che da voi è stato addirittura accostato all’eredità politica del fascismo che soppresse la libertà di stampa. Un’accusa davvero poco originale ma che di questi tempi sembra rappresentare l’appiglio consolatorio delle schiere dei “resistenti” sempre pronti a fare le vittime. Salvo poi invocare le sanzioni dell’Ordine contro i giornalisti che non sono di sinistra. Un gioco che conosciamo bene.
Ciò che è nuovo è che Il Fatto ha ormai cambiato linea editoriale: punta a far parlare di sé solo attraverso le vignette. Non solo quelle di Natangelo. Oggi per esempio è il vicedirettore di Repubblica Stefano Cappellini a lamentarsi di essere stato ritratto da Mannelli con un cappello “spruzzamerda” in testa. Insomma c’è un amore smodato per l’insulto scambiato per satira. Che colpisce a destra e a manca. Liberi i vostri vignettisti di randellare ora questo ora quello (Natangelo fece tre anni fa un’altra coraggiosa vignetta su una donna, ricordate il “brava con la lingua” contro Laura Ravetto? era satira, signori, mica un insulto…). Liberi gli altri di criticare, disapprovare, scrivere senza chiedere l’approvazione di Travaglio o del cdr del Fatto. Che poi, se l’Odg non piace, ci si può sempre dimettere. Qualcuno l’ha fatto…