Carceri, il Sappe denuncia la proteste delle lamette con cui i detenuti si feriscono. Così a Palermo e Avellino

12 Mag 2023 11:42 - di Redazione
lamette

“Ennesima notte di follia nel carcere minorile di Palermo. Due detenuti nordafricani hanno dato vita ad una protesta folle e pericolosa, lesionandosi completamente i corpi con delle lamette da barba. Dopo vari tentativi di persuasione, il professionale intervento degli uomini della polizia penitenziaria ha fermato l’autolesionismo dei due giovani. Anche se uno dei poliziotti è stato morso alle braccia”. A raccontarlo è il segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) Donato Capece.

La protesta al carcere minorile di Palermo

“Ancora una volta l’intervento operativo e di mediazione posto in essere dal personale in servizio di polizia penitenziaria è stato determinante – ha aggiunto – ma la situazione che si sta vivendo da settimane nel carcere minorile di Palermo è allarmante e stupisce l’assenza di provvedimenti da parte delle autorità competenti. Quel che accade è sintomatico di una ingovernabilità e di una disorganizzazione rispetto alle quali l’amministrazione della giustizia minorile regionale e nazionale non possono continuare a restare inerti. Non c’è alcuna sicurezza per i poliziotti penitenziari in servizio nel carcere minorile di Palermo. Gli eventi critici sono all’ordine nel giorno. Basta! Il ministro della Giustizia Carlo Nordio mandi una ispezione”.

Detenuto si ferisce con le lamette ad Avellino

Il Sappe ha denunciato un’analoga forma di protesta con le lamette nel carcere di Avellino. Qui un detenuto si è denudato e si è ferito il corpo con delle lamette. Il motivo della protesta è la richiesta di trasferimento in altro istituto.

“Ancora una volta l’intervento operativo e di mediazione posto in essere, con grande professionalità e sangue freddo, dal Personale in servizio di Polizia Penitenziaria è stato determinante per la risoluzione pacifica dell’evento critico, che avrebbe potuto essere molto pericoloso per il detenuto – denuncia il Segretario Generale Donato Capece – Quel che è avvenuto nel carcere di Avellino porta, per l’ennesima volta, alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, specie rispetto a soggetti che non perdono occasione per creare problemi all’ordine ed alla sicurezza interna durante la detenzione”.

“E’ urgente e non più differibile trovare soluzioni al personale di Polizia Penitenziaria che opera, sotto organico e con mille difficoltà, – conclude Capece – nel carcere irpino e nonostante tutto garantisce al meglio i compiti di sicurezza”.

 

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