Calenda al veleno: «Abbiamo saputo di un’altra parlamentare scippata, questo è Renzi…»

16 Mag 2023 12:29 - di Gianluca Corrente
calenda renzi

«Abbiamo appreso da un giornale di questo “scippo”. Faccio i migliori auguri a Naike. Ogni scelta è legittima e rispettabile. Mi permetto solo di notare che, per rispetto alla comunità che l’ha eletta sei mesi fa quasi senza conoscerla, una comunicazione preventiva sarebbe stata più elegante». Lo scrive, su Twitter Carlo Calenda, che non risparmia l’attacco a Renzi. Appare notevolmente indispettito dalla notizia delle dimissioni dell’imprenditrice Naike Gruppioni dal partito e del successivo passaggio al gruppo Italia Viva. La notizia è stata pubblicata dal quotidiano “La Nazione”. Un fulmine a ciel sereno, il leader di Azione non se l’aspettava. «Ma immagino», continua, «che l’uscita a sorpresa fosse parte dell’accordo di ingaggio. Questa vicenda, altrimenti irrilevante, spiega bene la distanza nei comportamenti con Matteo Renzi. Mentre noi eravamo impegnati in giro per l’Italia a sostenere le liste, spesso fatte insieme, per le amministrative lui era in queste faccende affaccendato. Buona strada».

Calenda al veleno, Renzi esulta: con noi Gruppioni e Pigoni

Intanto, in una conferenza stampa all’hotel Bernini, Matteo Renzi annuncia l’adesione a Italia Viva di Giulia Pigoni, consigliere regionale emiliana, e della parlamentare e imprenditrice. «Diamo il benvenuto a due straordinarie professioniste della politica», dice Renzi, che dà anche l’annuncio su Twitter. «Benvenute in Italia Viva a Naike Gruppioni e Giulia Pigoni: la famiglia riformista cresce!. Ognuno faccia i passi che vuol fare. Se serve, sono pronto anche a prendere la rincorsa… noi non diremo mai cosa devono fare Calenda o Richetti… ma qualcuno si faccia delle domande se c’è chi viene via da un partito perché c’è rimasto male…», ha poi detto ancora in conferenza stampa parlando del passaggio a Iv di Gruppioni.  Giulia Pigoni ha annunciato le proprie dimissioni da Azione con una motivazione. Per lei, infatti, è stato fatale lo strappo delle settimane scorse con Italia viva e il tramonto della prospettiva del partito unico riformista.

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