Pensare l’immaginario italiano, Giubilei: “Così facciamo rete e abbattiamo gli stereotipi”

6 Apr 2023 11:41 - di Valeria Gelsi
Immaginario italiano

“Un segnale importante che si dà a un mondo della cultura nazionale che, per la prima volta da quando c’è il governo conservatore, si ritrova intorno a un tavolo, con tutti i suoi mondi”. Così l’editore Francesco Giubilei racconta il senso di “Pensare l’immaginario italiano. Stati generali della cultura nazionale”, l’evento che ha promosso a insieme a Emanuele Merlino, caposegreteria del ministero della Cultura e da Alessandro Amorese, deputato FdI e capogruppo alla Commissione cultura della Camera. L’esigenza, spiega Giubilei, è quella di “creare un coordinamento, abbattere una serie di stereotipi, che vogliono che non esista una cultura conservatrice”. Il tema, dunque, non è dare slancio alla cultura di destra, che c’è, esiste ed è in ottima salute. Ma “organizzarla”, sostenendo “una politica culturale” strutturata.

Giubilei e Merlino: “La cultura di destra è in ottima salute. Ora si tratta da fare rete”

“Questo – spiega Merlino – è l’inizio di un necessario incontro, confronto, dibattito. E anche di una conoscenza e di un interscambio tra chi ricopre incarichi istituzionali e chi porta pensieri e azioni culturali. Ne seguiranno altri, convegni, tavoli di lavoro, dibattiti che affronteranno anche temi specifici rispetto ai quali oggi ci sarà solo una panoramica”. L’obiettivo è allargarla sempre di più questa rete, per la quale già oggi l’interesse dimostrato da addetti e opinione pubblica è andato perfino oltre le aspettative dei promotori. La stampa, a partire dalle maggiori testate, si è ampiamente accreditata all’evento. Un numero preciso non c’è, ma per gli organizzatori non si sbaglia parlando di “decine”.

Immaginario italiano, Amorese: “La questione è il potere conformista”

Non sono mancate, nei giorni della vigilia, anche polemiche, sollevate da quella sinistra che quando sente parlare di cultura a destra – si passi la provocazione – “mette mano alla tastiera”. Anche questo è un indicatore: il tema dell’immaginario italiano si dimostra sempre sensibilissimo. E provoca una certa quota di isterismi da quelle parti, come avviene del resto per tutti i dossier in cui hanno la pretesa di dettare la linea per diritto acquisito. Del resto, il problema sta tutto qui, nei “tappi” che comprimono le potenzialità della cultura nazionale, ossia  nelle posizioni di rendita. “La questione – sottolinea Amorese – non è l’egemonia culturale, ma il potere conformista. Il nostro obiettivo non è sostituire una egemonia con un’altra egemonia, ma scardinare quel sistema di potere conformista, che è la negazione della cultura e di quella italiana in modo particolare”.

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