Papa Francesco a Budapest: “L’Europa torni a essere un ponte”. E ribadisce il no alla cultura gender

28 Apr 2023 13:51 - di Elsa Corsini

Faccia a faccia tra Papa Francesco e Viktor Orban e un lungo discorso alle autorità ungheresi incentrato sulla pace e sul ruolo prezioso dell’Europa come ponte. Bergoglio è arrivato a Budapest questa mattina per la tre giorni apostolica in Ungheria. È il quarantunesimo viaggio del Pontificato e il secondo di quest’anno, dopo quello in Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan.

Papa Francesco in Ungheria, breve incontro con Orban

All’aeroporto è accolto dal vice-primo ministro della Repubblica di Ungheria, Zsolt Semjén. Due bambini in abito tradizionale gli offrono il pane e il sale. Quindi papa Francesco si è trasferito in auto al Palazzo Sándor per la Cerimonia di Benvenuto, la visita di cortesia alla presidente della Repubblica,  Katalin Novak.  Prima di rivolgersi alle autorità nel suo primo discorso in Ungheria, il Pontefice ha avuto un breve incontro privato con il premier Orban e i familiari. “Lottiamo per mantenere l’Ungheria sulla via cristiana. È molto difficile in questa Europa attuale”. È uno dei passaggio del colloquio trasmesso dai media vaticani.

Giungo come pellegrino e amico in Ungheria

“Giungo come pellegrino e amico in Ungheria, Paese ricco di storia e di cultura. Da Budapest, città di ponti e di santi, penso all’Europa intera e prego. Perché, unita e solidale, sia anche ai nostri giorni casa di pace e profezia di accoglienza”. Questo il monito del Papa scritto di suo pugno sul Libro d’Onore durante la visita di cortesia alla presidente della Repubblica ungherese. Quindi nella Sala dell’ex Monastero Carmelitano davanti alle Autorità, la Società Civile e il Corpo Diplomatico, papa Francesco pronuncia il suo primo discorso in Ungheria.

“L’Europa torni a essere ponte contro i nazionalismi”

“In questo frangente storico l’Europa è fondamentale. Perché essa, grazie alla sua storia, rappresenta la memoria dell’umanità. Ed è perciò chiamata a interpretare il ruolo che le corrisponde: quello di unire i distanti”, ha detto il pontefice. “È dunque essenziale ritrovare l’anima europea. L’entusiasmo e il sogno dei padri fondatori”. Quindi ha accusato la politica di infiammare gli animi anziché di risolvere i problemi e si è detto preoccupato dal ruggire di nuovi nazionalismi. “Nel dopoguerra l’Europa ha rappresentato, insieme alle Nazioni Unite, la grande speranza, nel comune obiettivo che un più stretto legame fra le Nazioni prevenisse ulteriori conflitti. Purtroppo non è stato così”, ha aggiunto Bergoglio. Che si è rivolto agli ungheresi definendo Budapest “luogo centrale della storia. Città di ponti e di santi”.

No alla cultura gender e alle colonizzazioni ideologiche

Quindi ha affrontato i temi cruciali sul terreno etico. Tuonando  contro le colonizzazioni ideologiche e ribadendo il no alla teoria del gender. Dito puntato contro “la via nefasta delle colonizzazioni ideologiche. Che eliminano le differenze, come nel caso della cosiddetta cultura gender. O antepongono alla realtà della vita concetti riduttivi di libertà, ad esempio vantando come conquista un insensato diritto all’aborto, che è sempre una tragica sconfitta”. Appello anche a risolvere l’inverno demografico. “Che bello costruire un’Europa centrata sulla persona e sui popoli. Dove vi siano politiche effettive per la natalità e la famiglia. Perseguite con attenzione in questo Paese, dove nazioni diverse siano una famiglia in cui si custodiscono la crescita e la singolarità di ciascuno”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *