Paola Del Din, la Meloni ha dedicato il 25 aprile a lei: prima donna parà, soprattutto patriota

25 Apr 2023 11:22 - di Luisa Perri
Paola Del Din

Nella sua lettera al Corriere della Sera, Giorgia Meloni ha dedicato il 25 aprile a Paola Del Din. «Madre di quattro figli e nonna di altrettanti nipoti, ma anche, idealmente, di tutti gli italiani che antepongono l’amore per la propria Patria a ogni contrapposizione ideologica». Il presidente del Consiglio la definisce «una donna straordinaria», incontrata, secondo quanto si apprende, nei giorni scorsi.

A cento anni un esempio per tutti gli italiani

Paola Del Din, sottolinea Meloni, «durante la Resistenza combatteva con le Brigate Osoppo, le formazioni di ispirazione laica, socialista, monarchica e cattolica. Fu la prima donna italiana a paracadutarsi in tempo di guerra. Il suo coraggio le è valso una Medaglia d’oro al valor militare, che ancora oggi, quasi settant’anni dopo averla ricevuta, sfoggia sul petto con commovente orgoglio. Della Resistenza dice: “Il tempo ci ha ribattezzati Partigiani, ma noi eravamo Patrioti, io lo sono sempre stata e lo sono ancora”.

Nell’Italia repubblicana è stata insegnante di Lettere e, nonostante i suoi quasi cento anni, continua ad accettare gli inviti a parlare nelle scuole di Italia e del valore della Libertà. Dedico questo giorno a lei, madre di quattro figli e nonna di altrettanti nipoti, ma anche, idealmente, di tutti gli italiani che antepongono l’amore per la propria Patria a ogni contrapposizione ideologica», conclude il premier.

Paola Del Din è stata una figura per anni dimenticata dalle celebrazioni del 25 aprile. «Esempio perfetto di una cosa che diciamo in pochi. La Resistenza non è una cosa di sinistra», ha scritto Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera. Appartenente alla Brigata Osoppo, i partigiani bianchi, quasi tutti cattolici, che avevano scelto di combattere una guerra patriottica senza bandiere. Erano infatti della Brigata Osoppo gli uomini orrendamente trucidati dai partigiani comunisti a Porzus: tra di essi vi erano Guido Pasolini, fratello di Pier Paolo e Francesco De Gregori, zio del cantautore romano.

Non a caso proprio i partigiani bianchi della Brigata Osoppo furono un serbatoio a cui attinse anni dopo Gladio, la struttura che doveva diventare operativa nel caso di attacco delle forze comuniste filo-sovietiche. Con Mosca tragicamente incombente, nel dopoguerra come oggi.    

Paola Del Din, nome di battaglia Renata

Come riportano i resoconti delle associazioni di categoria, con il nome di “RenataPaola Del Din assolse numerosi e rischiosi incarichi, come staffetta ed informatrice, sino a che non riuscì a raggiungere fortunosamente gli Alleati a Firenze, latrice d’importanti documenti. Una volta nell’Italia liberata, la ragazza chiede di frequentare un corso per paracadutisti. È la prima donna parà della storia italiana. Viene addestrata dalle truppe inglesi a San Vito dei Normanni.

Renata” prende parte a ben 11 voli di guerra. Chiede ed ottiene che gli inglesi liberino e facciano tornare in Italia il padre Prospero, ufficiale degli alpini prigioniero in India. Alla vigilia della Liberazione si fa portare in aereo su una zona del Friuli, dove deve prendere contatto con una Missione alleata; tocca terra in malo modo, si frattura una caviglia, ma riesce faticosamente a raggiungere i partigiani e a consegnare a chi di dovere i documenti che ha con sé. Negli ultimi giorni della guerra di liberazione, ancora claudicante, Paola Del Din attraversa a più riprese le linee di combattimento, per portare messaggi ai reparti alleati in avanzata. Dopo la Liberazione, vinta una borsa di studio, se ne va negli Stati Uniti. All’Università di Pennsylvania consegue il titolo di “Master of Arts”. Tornata in Italia, la Del Din si dedica all’insegnamento nelle scuole medie. Nel 1957 riceve la medaglia d’oro al valore militare.

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