Lavoro, Meloni fa fare gli straordinari ai sindacati: convocati per domenica 30 aprile
Il premier Giorgia Meloni ha convocato per domenica 30 aprile, alle 19 a palazzo Chigi, i leader dei sindacati maggiormente rappresentative sul piano nazionale. Al centro dell’incontro ci saranno i provvedimenti in materia di fisco, lavoro e politiche sociali che saranno esaminati nella riunione del Consiglio dei ministri convocata nella data simbolica di lunedì 1° maggio. Più nello specifico si parla del taglio del cuneo fiscale, il reddito di inclusione e le misure di avviamento al lavoro.
Meloni convoca i sindacati in vista del Cdm del 1° maggio
Agli incontri parteciperanno, per il governo, i ministri dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, e del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, e i sottosegretari alla Presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari. Per le organizzazioni sindacali, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Adnkronos, parteciperanno tra gli altri Maurizio Landini della Cgil, Luigi Sbarra della Cisl, Pierpaolo Bombardieri della Uil e Francesco Paolo Capone dell’Ugl.
Il nuovo taglio del cuneo fiscale
Il governo “destinerà con un prossimo provvedimento di urgenza i margini di bilancio disponibili per finanziare, per l’anno in corso, un nuovo taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi e un innalzamento del limite dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti con figli”, ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti rispondendo in Question time alla Camera. Sul tavolo ci sono in particolare i circa 3 miliardi e mezzo ricavati dalle nuove stime del Pil e del deficit e già indicati nel Def come destinati al lavoro. Con la misura i lavoratori dipendenti si ritroveranno più soldi in busta paga, che rappresenta un ulteriore passo verso l’obiettivo di legislatura del taglio di 5 punti del cuneo.
Dalla revisione del Reddito di cittadinanza ai contratti a termine
Attese anche, da questo Cdm, novità sui contratti a termine, con l’estensione dei termini per i rinnovi, e la revisione del reddito di cittadinanza, che dovrebbe lasciare il passo da un lato alla Garanzia di inclusione, per chi non può lavorare o in famiglia ha minori, anziani o disabili, e dall’altro alla Garanzia per l’attivazione lavorativa, che si rivolge agli occupabili.