Calenda non sta sereno e “sfiducia” Renzi direttore del “Riformista”: “Stai attento a…”

7 Apr 2023 10:09 - di Federica Argento
Calenda Renzi

Tutta l’acidità di Carlo Calenda. Matteo Renzi – lo avverte- “dovrà stare attento a chiarire che quello non sarà un giornale di partito. Per capirsi, non sarà l’Unità, Il Popolo o l’Avanti! del Terzo polo. E questo per un dovere di rispetto verso i nostri elettori e verso i lettori del Riformista. Dopodiché gli faccio i miei auguri, se è questo che vuole fare nella vita, figurarsi”. E meno male che in conferenza stampa il neo-direttore aveva detto: “Calenda è felicissimo”. Pensa se fosse stato poco poco contrariato come avrebbe preso questa nuova carriera dell’ex premier. Il leader di Azione, Carlo Calenda, commenta così con La Stampa la nuova avventura ddel leader di Italia Viva.

Calenda “non sta sereno” e avverte il Renzi direttore del Riformista

Insomma, si tratta di auguri un po’ forzati. E del resto la convivenza tra il leader di Azione e Renzi è sempre appesa a un filo costiuito dall’umoralità imprevedibile dei due co-fondatori di un Terzo Polo. Che tanti schiaffoni sta prendendo dagli elettori, considerando gli esiti elettorali. Intanto Calenda non metabolizza nel migliore dei modi la “vita parallela” del neo direttore del Riformista, che firmerà ufficialmente il quotidiano dell’ormai ex Sansonetti dal 3 maggio prossimo. Giovedì era stato anche molto più esplicito nel corso della trasmissine Tagatà su La 7 . «Renzi mi ha chiamato, bontà sua, un pochino prima» di annunciare la cosa. Insomma, a cose fatte. Storce la bocca Calenda e parte con un avvertimento che ha il sapore del diktat.

Calenda, diktat a Renzi: “Il Riformista non sia il giornale del Terzo polo”

«È bene chiarire che il Riformista non sarà il giornale del Terzo Polo. Il Riformista non è un giornale di partito ed è una situazione inedita:un senatore che è anche direttore di un giornale. Ma l’indipendenza sarà molto importante per Renzi, tracciare una linea tra l’essere senatore e l’essere direttore. Non è una cosa semplicissima». Calenda, di fatto, dà una sfiducia preventiva al Renzi direttore. Il suo nervosismo è palese durante l’intervista a Tiziana Panella. Insiste, se mai qualcuno non avesse capito il suo “sgradimento” verso questa mossa di Renzi: «Confido nella sua capacità di distinguere i due piani, ma a me l’unica cosa che interessa è costruire un grande partito del pragmatismo liberal-democratico». Insiste molto sulla distinzione dei ruoli. Si vede che non è “sereno”…

Calenda in tilt “Essere direttore e senatore non è semplicissimo…”

Infatti fa un confronto velenoso tra sé e il suo sodale:  quando si concluse il suo incarico da ministro due legislature fa, «per un anno non ho avuto ruoli né stipendio- dice a denti stretti- . Non ho accettato nessuna consulenza, né da imprenditori che conoscevo né da nessuno. se vogliamo trasformare l’Italia dobbiamo avere assoluta trasparenza. La chiarezza dei ruoli, per me è indispensabile. Sei ruoli sono chiari non c’è problema, se diventano oscuri?». Non è difficile capire che si tratta di una stilettata al Renzi “tuttofare”, da senatore, direttore e conferenziere in Arabia Saudita. Il clima è freddo allo stato attuale delle cose. Non esattamente una premessa serena per il congresso fondativo del partito unico tra Iv e Azione previsto l’autunno prossimo. Ci manca solo che Renzi se ne esca con un “Carlo stai sereno”…

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