Trento, i compagni accusano la vittima 16enne: è un picchiatore. Il padre: i testimoni hanno visto
Parla il padre del ragazzo di 16 anni massacrato a Trento da un attivista del centro sociale Pedro. Emilio Giuliana, ex consigliere di An, in un’intervista al Giornale, racconta che suo figlio stava tornando da una partita quando è stato aggredito alle spalle.
“All’inizio di lungadige Marco Apuleio, via dove abitiamo, mio figlio è stato aggredito alle spalle. Un uomo di 23 anni attraversa il marciapiede, dove aveva parcheggiato la sua Lancia Phedra, per raggiungere il marciapiede opposto, percorso da mio figlio. L’aggressore ha raggiunto mio figlio alle spalle, lo ha preso dal collo, urlando ‘Skinhead di merda’, ‘Trento antifascista’, ‘Fascista di merda’, ‘Ti ammazzo’, tempestandolo di colpi alla testa e facendolo stramazzare rovinosamente in terra. P. ha compiuto 16 anni da qualche mese”.
Quelli del centro sociale hanno cercato di accusare il ragazzo sedicenne, dipingendolo come un provocatore, un picchiatore nero che avrebbe per primo aggredito un “compagno” che si sarebbe solo difeso. Hanno insomma negato tutto, asserendo di non conoscere l’identità della “vittima”.
Ma all’aggressione – sottolinea il padre nell’intervista – “hanno assistito molte persone e uno di questi ha testimoniato in questura.” Per Emilio Giuliana i “compagni” si manifestano per quello che sono sempre stati: manipolatori della verità
Il giorno dell’aggressione il ragazzo – precisa il padre – “non aveva nessun simbolo di riconoscimento calcistico, nessuna sciarpa al collo”. Il padre lo definisce “un ragazzo educato secondo una visione del mondo naturale tradizionale, è cattolico (no modernista), è fiero di essere italiano, ama la sua famiglia”.