Test del Dna su Denisa, una ragazza rom che vive a Roma: potrebbe essere Denise Pipitone
Si chiama Denisa la ragazza di origini bosniache che attualmente risiede alla periferia nord est di Roma e che ieri è stata citata dalla trasmissione tv Quarto Grado.
La sua vicenda potrebbe portare a clamorosi sviluppi sul caso di Denise Pipitone, la bambina scomparsa a Mazara del Vallo (Trapani) l’1 settembre 2004, quando aveva poco meno di quattro anni. Martedì scorso, è stato infatti prelevato il Dna sulla giovane del campo nomadi romano.
“Non eravamo a conoscenza di tale accertamento. Rimaniamo sempre speranzosi ma con i piedi ben piantati a terra in attesa di notizie concrete. Non possiamo permetterci illusioni dolorose”. Affermano in una nota Piera Maggio e Pietro Pulizzi, genitori della piccola Denise Pipitone, in riferimento a quanto emerso dalla trasmissione TV Quarto Grado.
Denisa non ha ma memoria dei suoi genitori
Secondo quanto emerso dalla trasmissione condotta da Gianluigi Nuzzi, ad una ragazza bosniaca di 20 anni, di etnia Rom di nome Denisa, che vive da pochi anni a Roma, è stato prelevato il DNA salivare per compararlo con quello di Denise Pipitone scomparsa da Mazara il primo settembre 2004. Le date di nascita sarebbero uguali. La giovane rom racconta alla giornalista Claudia Marchionni che vivrebbe in Italia dal 2018. Denisa, che non possiede alcuna foto della sua infanzia, non conoscerebbe sua madre e neanche suo padre. I carabinieri le hanno mostrato anche la foto del presunto padre, Piero Pulizzi. Chi ha indicato la giovane ai carabinieri?
Sui social spunta la correlazione tra questo esame improvviso e la cattura recente del boss di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro. All’indomani del suo arresto, Piera Maggio aveva infatti lanciato una disperata richiesta.
Quell’appello di Piera Maggio a Matteo Messina Denaro
“Sono certa che abbia saputo cosa è successo 18 anni fa, non perché sia stato coinvolto nel rapimento, ma perché nel nostro territorio non si muoveva una foglia senza che lui sapesse”, ha detto all’Adnkronos. Per la mamma di Denise Pipitone l’ormai ex latitante potrebbe essere a conoscenza di particolari utili a segnare finalmente una svolta nelle indagini. E ad arrivare a una giustizia attesa ormai da troppo tempo.
Denise Pipitone e i segreti del boss Messina Denaro
“Un bimba di neppure 4 anni rapita è un fatto anomalo per il nostro territorio – ragiona mamma Piera -. Per mesi la provincia è rimasta sotto i riflettori con una grande attenzione mediatica e un dispiegamento di forze dell’ordine che deve aver dato non poco fastidio ai suoi uomini e a lui stesso. Impossibile per l’uomo che controllava il territorio non scoprire cosa fosse accaduto. So che chiedo un miracolo ma voglio provarci”.
Non è la prima volta che si ricorre al test del Dna per cercare Denise Pipitone. L’ultima volta avvenne in diretta con una ragazza russa, in una trasmissione tv.
La pista dei rom era stata la prima battuta a caldo, 19 anni fa. Un mese e mezzo dopo la scomparsa arrivò infatti una segnalazione. E mamma Piera sperò. Ma fu solo la prima di una lunga, lunghissima serie di avvistamenti, tutti andati a vuoto.
È il 18 ottobre 2004 e a Milano una guardia giurata nota un gruppo di nomadi. Ci sono un uomo, due donne e tre bambini piccoli. Una bimba ha la testa coperta da un cappuccio, anche se fa caldo. Sembra somigliare alla piccola Denise. C’è un video che inizia a girare. Si chiama ‘Danas’. Piera crede che sia proprio lei, Denise. Ma nel frattempo i nomadi sono spariti da Milano. Il calvario di Piera è solo all’inizio. E va avanti da quasi vent’anni. Ora il nuovo tentativo. Stavolta su Denisa: tra pochi giorni si avrà l’esito definitivo.