Sconcerto in Belgio, sgozzò i suoi 5 figli nel sonno: concessa l’eutanasia per “sofferenze psicologiche”

3 Mar 2023 19:11 - di Lara Rastellino
eutanasia

A sedici anni esatti dal massacro dei suoi 5 figli, sgozzati nelle loro camere nel sonno. E dopo un tentativo non riuscito di suicidio messo in atto subito dopo aver ucciso a coltellate i suoi bambini, la 56enne belga Genevieve Lhermitte ha deciso e ottenuto di farla finita. Il cerchio, di dolore, strazio e morte, si è chiuso il 28 febbraio scorso (lo stesso giorno della mattanza del 2008 che scioccò un Paese intero), quando la donna, una belga, è morta per eutanasia dopo averne fatto richiesta.

Belgio, concessa l’eutanasia alla donna che uccise i 5 figli

Una strana concomitanza di date e di eventi che segnano in rosso sul calendario il 28 febbraio. Quello nel 2008, fu il giorno in cui Genevieve Lhermitte, sconvolse il Belgio con le aggressioni a coltellate dei cinque figli – un maschio e quattro femmine di quindici, dodici, dieci, sette e tre anni – uccisi mentre il marito si trovava in viaggio all’estero. E il 28 febbraio di tre giorni fa quando, dopo anni di gravi «sofferenze psicologiche irreversibili» – così recitano le motivazioni con cui in Belgio la donna ha ottenuto di poter ricorrere all’eutanasia – la donna ha scelto di ricorrere al suicidio assistito.

Accoltellò alla gola i bambini che dormivano

E tutto dopo un tentativo fallito di suicidarsi, culminato nella richiesta dei soccorsi. Una condanna all’ergastolo dalla Corte di assise di Nivelles (la località in Vallonia a 50 chilometri a sud di Bruxelles, dove la donna viveva con la famiglia). Il trasferimento in una clinica psichiatrica nel 2019. E infine, un altro tentativo di suicidio nel 2021. Fino a martedì scorso, quando la 56enne belga ha messo a tacere dolore e rimorso al termine di una vicenda terribile culminata nella scelta della donna di avvalersi della legge belga che autorizza l’eutanasia anche in presenza di una «insopportabile» sofferenza psicologica e non solo fisica.

Il via libera all’eutanasia per «sofferenze psicologiche irreversibili»

Il via libera è stato concesso dopo una lunga procedura, che prevede diversi pareri medici. Un finale tragico che chiude una vicenda scioccante che, all’epoca dei fatti, destò grande sconcerto in Belgio. Sia per l’efferatezza e la gravità dei fatti; sia perché – come ricorda in queste ore il sito dell’Avvenire – la donna aveva preannunciato al suo psicologo, pochi giorni prima della mattanza, i suoi piani di suicidarsi «portando con sé» i propri figli.

Le polemiche sull'”estensione” della legge a diversi casi

In Belgio, infatti, come ricorda sempre il quotidiano citato, «l’eutanasia è stata depenalizzata nel 2002 e la sua possibilità di applicazione, tra grandi proteste anche internazionali, è stata estesa anche ai minori nel 2014. Può essere attuata in caso di gravi sofferenze irreversibili, fisiche o psicologiche. In vent’anni a sceglierla sono state 30.000 persone, solo l’1% per ragioni psichiatriche. La legge è da tempo sotto accusa, vista la sua applicazione considerata sempre più facile ed estesa».

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