Rampelli replica agli attacchi: “Per salvare le vite bisogna fermare le partenze, dov’è lo scandalo?”

3 Mar 2023 18:26 - di Redazione
Rampelli

“Replico agli attacchi scomposti della sinistra e di alcuni “giornaloni” alle mie valutazioni fatte ieri sull’immigrazione”: esordisce così Fabio Rampelli, rispondendo all’ondata rossa di queste ore sui media e sui social.

“Ecco partire – scrive il vicepresidente della Camera – il processo alle idee, guidato dai guru dell’intellighenzia salottiera. Basta l’invito a scoraggiare le partenze che subito si viene processati. I capisaldi dell’informazione elitaria sono storicamente infastiditi dal pragmatismo, hanno stabilito che le migrazioni eccezionali sono figlie dell’era globale e quindi ineludibili. Perché cercare di contenerle? Vanno solo organizzate e assecondate”.

“Nel frattempo – prosegue Rampelli – se decine di migliaia di disperati annegano nei viaggi della speranza che si trasformano in ecatombe chissenefrega. Aspettiamo il sol dell’avvenire, ci penserà lui.
Fioccano così le soluzioni ideologiche della sinistra che nessuna nazione al mondo potrà mai praticare. Solo idiozie. L’abbattimento delle frontiere, la sostanziale liberalizzazione delle migrazioni attraverso la trasformazione dei corridoi umanitari, già impiegati per casi eccezionali, in prassi ordinaria. Utopistiche visioni di un progressismo brutale che non smette, dopo il fallimento del comunismo, di pendere dalle nuvole rischiando conseguenze drammatiche.

“Noi di destra – scrive ancora l’esponente di Fratelli d’Italia – abbiamo, è risaputo, una concezione sacra della vita, che talvolta perfino ci zavorra. Pertanto, se la cosa non disturba i proprietari del pensiero intelligente, continuiamo a cercare le soluzioni più efficaci per salvare vite umane”.

“La chiave di tutto per noi è fermare le partenze. L’uovo di colombo, forse. Dove sarebbe lo scandalo?”, chiede Rampelli. “Una proposta addirittura banale la mia. Che non prevede l’impiego di navi militari, il bombardamento dei barconi spiaggiati sulle coste in attesa di riempirsi dei futuri naufraghi…”

“Constatato che le immagini dell’eldorado occidentale viaggiano sulle parabole televisive, trent’anni fa pochi eletti seguivano da lì Dallas, e sulle piattaforme social diffuse tramite telefonini (non ho espresso alcun giudizio morale al riguardo) ho proposto di utilizzare queste tecnologie per dare un’informazione diversa da quella dei trafficanti di esseri umani. Gli scafisti parlano di viaggi confortevoli e prospettive idilliache e si fanno pagare profumatamente il biglietto. Noi dovremmo informare che le cose non stanno così, che decine di migliaia di persone, inclusi donne e bambini, sono annegate, dovremmo disincentivare e non alimentare le partenze di massa.
Potremmo usare le frequenze radio per fare spot nelle varie lingue di provenienza e cercare di salvare vite invece che vederle annegare nel Mediterraneo, in quello che è diventato la più grande fossa comune della storia contemporanea. Oppure spiegare che 25mila stranieri sono nelle carceri italiane. Tutto qua”.

Rampelli: “Le vite vanno salvate anziché vederle annegare”

“E questo non toglie ma aggiunge agli accordi bilaterali con le nazioni da cui partono i barconi, alla consegna di motovedette per il pattugliamento con formazione degli equipaggi da parte italiana, al contrasto deciso dei trafficanti di uomini, perché quella contro il circuito criminale che lucra sulla disgrazia è una guerra che va combattuta, al coinvolgimento dell’Unione europea per distribuire i profughi tra i vari Stati, nel rispetto della convenzione di Ginevra, alla programmazione dei flussi, agli investimenti per lo sviluppo del Terzo mondo e l’abbattimento delle condizioni di disperazione in cui si trovano milioni di persone.
Un pensiero troppo facile contro uno troppo intelligente, dunque irrealizzabile, un progetto che non costa nulla a fronte dei miliardi impiegati per foraggiare alcune Ong e per sostenere i centri d’accoglienza (“si fanno più soldi con gli immigrati che con la droga”…), diffondere le immagini di Cutro e Lampedusa, quelle di centinaia di persone ammassate in galleggianti che potrebbero portarne poche decine o quelle di creature che annegano in un metro e mezzo d’acqua o lanciare i video delle tendopoli sulle strada o di coloro che dormono tra i cartoni. per dire solo “fermatevi”, finché c’è vita si può resistere ai talebani, agli aguzzini iraniani, ai signori delle armi, alla disoccupazione, alla sete, alla fame. Noi vogliamo e dobbiamo muoverci in maniera diversa sulla scena internazionale. Ma “primum vivere”. Perché la sinistra è contraria? Perché – conclude Rampelli – non vuole scoraggiare questo esodo, c’è solo la solita ideologia o c’è altro?”

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