Open Arms, i consulenti della difesa: la Ong sapeva in anticipo dov’era la barca da soccorrere
E’ battaglia tra consulenti al processo Open Arms che vede imputato il ministro Matteo Salvini con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio per avere tenuto in mare, nell’agosto di 4 anni fa, 147 migranti per due settimane.
Nell’udienza di oggi sono stati sentiti consulenti dell’accusa, della difesa ma anche delle parti civili. I due consulenti della difesa, ex ammiragli, Massimo Finelli e Maurizio Palmese, ritengono che sia plausibile che la ong sapesse in anticipo le coordinate della barca da soccorrere. Per l’avvocata Giulia Bongiorno, legale di Salvini, una “anomalia” che dimostrerebbe che la ong sarebbe stata avvertita dagli scafisti. “Arrivarono due mail di Alarm phone – spiegano i due consulenti -e una non era corretta. Eppure già prima di Alarm phone la nave Open Arms stava andando in quella direzione”. Poi i due consulenti aggiungono: “E’ il barcone che si avvicina a Open Arms, fa una accostata. E poi ci sarà lo sbarco con i gommoni”.
Un’udienza fiume, durata quasi nove ore, con la deposizione di consulenti di accusa, difesa e parti civili, ma anche del comandante del sommergibile ‘Venuti’ e di un ufficiale della Guardia costiera. “Credo sia stato assolutamente decisivo oggi l’intervento in aula di questi testimoni che hanno evidenziato ciò che diciamo da tempo: Open Arms in realtà non si è imbattuta occasionalmente nella piccola imbarcazione con i migranti ma, da una serie di elementi, è emerso che aveva avuto delle indicazioni ben precise dove li avrebbe potuti individuare”, dice Bongiorno.
Sempre oggi la Ong spagnola Open Arms ha annunciato di avere querelato l’equipaggio del sommergibile Venuti per omissione di soccorso. “Un esposto è stato presentato alla procura della repubblica e alla procura militare di Roma”, ha annunciato l’avvocato di parte civile Arturo Salerni. Al centro della deposizione di oggi la giornata del primo agosto del 2019. Quando il sommergibile della Marina militare monitorò la nave spagnola Open Arms. “Ci siamo imbattuti casualmente nella nave. Era fra le imbarcazioni monitorate con periscopio, sonar, radar, con tutti i sensori di bordo. Non ci era mai stata segnalata prima della notte dell’1 agosto del 2019. L’abbiamo segnalata alla nostra centrale operativa sommergibili”, racconta il Capitano di corvetta Stefano Oliva, Comandante del sottomarino. Il sommergibile seguì la Open Arms per 50 miglia circa, “in 17 ore di monitoraggio”, come dice il comandante. “L’abbiamo seguita quando ha cambiato rotta e ha aumentato la velocità. Ma la loro imbarcazione era più veloce di noi, tanto che siamo arrivati sul luogo del soccorso quando erano già iniziate le operazioni di trasbordo dei migranti”.
La notizia della presenza del sommergibile è emersa solo pochi mesi fa, a processo iniziato. Si tratta di un sottomarino della Marina militare italiana in azione, nell’agosto 2019, che monitorava le attività nel mar Mediterraneo e che riprese anche un barcone carico di migranti partiti dalla Libia. Il materiale audio, fotografico e video, frutto di attività integrativa d’indagine della Procura di Palermo e relativo alle operazioni svolte dalla nave Open Arms durante il soccorso di un barcone carico di migranti, è stato acquisito al fascicolo del dibattimento su richiesta della difesa del ministro delle Infrastrutture. Documenti fondamentali, secondo l’avvocata Giulia Bongiorno, che accenderebbero una nuova luce sulla vicenda e sulla condotta della Open Arms, visto che potrebbe risultare la presenza di scafisti. Si tratta di materiale che mai era stato messo agli atti e che perfino il Senato non aveva visionato quando fu chiamato a esprimersi sull’eventuale processo a carico di Salvini.
Alla fine dell’udienza fiume, terminata solo alle 19 il ministro Salvini commenta: “‘Mi sembra che stia emergendo tutto con estrema chiarezza, più chiaro di così…”. Mentre dalla difesa fanno sapere che c’è “grande soddisfazione perché i consulenti dei legali di Salvini hanno documentato con grande precisione come dietro il barcone vi fossero i trafficanti. Non solo. Sono emerse le molte ambiguità di Open Arms a partire dalle false notizie sulle condizioni del natante con a bordo gli immigrati: non imbarcava acqua e lo scafo non era danneggiato”. La prossima udienza si terrà il 21 aprile per sentire il fondatore della Open Arms Oscar Camps.