Marcucci: “Schlein ha fatto fuori la minoranza interna, mai successo”. E pensa alle valigie

30 Mar 2023 12:17 - di Stefania Campitelli

Pronto a guidare la rivolta o a fare le valigie verso altri lidi. L’ultima mossa di Elly Schlein non va giù ad Andrea Marcucci. Ex capogruppo dem al Senato, scalzato da Simona Malpezzi voluta da Letta. “Una minoranza esclusa di fatto dalla presidenza dei gruppi. E presto lo capiremo, anche con incarichi di segreteria, definiamoli così, abbastanza leggeri. Non era mai successo prima”, si sfoga in un’intervista al Quotidiano nazionale.

Marcucci: Scheiln ci ha esclusi, mai successo

“Per dire – continua Marcucci – sia Renzi che Zingaretti confermarono capigruppo più in equilibrio con le anime del partito. Pur in presenza di percentuali di vittoria alle primarie ben più eclatanti“. Nel mirino, dunque, la scelta assopigliatutto della nuova segretaria. che ha ignorato la minoranza interna di Bonaccini. Ed è pronta all’abbraccio con i grillini.

Il nostro modello non è Mélenchon

Elly Schlein vuole costruire un partito più marcatamente di sinistra, mentre il Pd è nato di centrosinistra. Per dirla con una battuta, io ricordo l’entusiasmo di Valerio Zanone quando vi aderì. Oggi il modello che si vuole assumere è quello di Jean-Luc Mélenchon. C’è una certa differenza”.

“Il partito unico del terzo polo mi interessa”

Marcucci non esclude di tornare da Renzi e sogna un partito unico del terzo polo. Qualcuno non a caso lo dà già in uscita dal Pd. “C’è una data annunciata dai leader di Italia Viva ed Azione. Entro pochi mesi la nascita di un soggetto unitario dei liberali e dei popolari. E l’intenzione dichiarata di farlo con un percorso aperto e partecipato. Credo che sia un un fatto positivo per tutti. Confermo che il processo di unificazione mi interessa“.

“Per riformisti e liberaldemocratici non c’è spazio”

Per i riformisti e ancor più per i liberaldemocratici nel Pd non c’è spazio, ha detto nei giorni scorsi  confermando i mal di pancia della minoranza anti-Schlein. “E forse danno anche fastidio”. Ma l’ex capogruppo al Senato non è l’unico. Anche Graziano Delrio non ha risparmiato critiche al nuovo corso del Nazareno. “Proprio perché apprezzo lo spirito di condivisione evocato dalla segretaria, a mio avviso sarebbe stato preferibile non apprendere le proposte dei capigruppo a mezzo stampa una settimana prima”.

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