L’Italia delle donne, un festival racconta il genio femminile italiano a partire dal Sud. E ora arriva fino a Veneto e Piemonte
Parte dal Sud “l’onda anomala” del Festival L’Italia delle donne. Una storia da leggere. Un progetto basato sul volontariato che coinvolge dal basso tutto lo stivale nella individuazione di percorsi di viaggio diversi, nella narrazione dell’altra metà della storia, dell’identità plurale del Paese, cancellando l’assenza, colmando le lacune di un ingiusto “vuoto di memoria”, tentando il recupero non solo di nomi, ma di personalità versatili. Personalità che hanno lasciato traccia nella storia culturale italiana e che ora trovano una voce che le racconti. La voce è quella del festival del genio femminile della Sicilia e della Calabria, che andrà avanti per l’intero mese di marzo.
Il progetto è stato presentato oggi alla Camera da Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, dalle direttrici artistiche del festival Fulvia Toscano, Marinella Fiume (a sinistra nella foto) e Mariangela Preta (a destra nella foto) e dal direttore del Centro per il libro e la lettura Angelo Piero Cappello. Il Festival, felicemente giunto quest’anno alla sua III edizione, ha già una sua storia, fatta con passione e fatica da un piccolo manipolo di donne guidate da Fulvia Toscano, anima del festival NaxosLegge, e Marinella Fiume, curatrice del Dizionario “Siciliane”, e formato dalle instancabili Mariada Pansera e Sakiko Chemi. Nato nella prima edizione come “La Sicilia delle donne”, si arricchisce nella seconda edizione con “La Calabria delle donne” attraverso l’ ingresso di Mariangela Preta e delle sue collaboratrici. Protagonista il multiforme ingegno declinato dalle donne in molteplici settori, in una pluralità di prospettive e di competenze: dall’Arte alla Matematica dalla Letteratura all’Astronomia all’Arte di governo al Giornalismo alla Filosofia…, talora un vero e proprio primato misconosciuto o obliato.
L’intento è quello di sottrarre all’invisibilità le donne siciliane e calabresi perché, dalla storia antica ai nostri giorni, dal Medioevo al Novecento, essa è stata causa dell’assenza o della scarsa presenza delle donne nei libri di storia, nella toponomastica delle città, nelle assemblee rappresentative e nei massimi livelli decisionali. L’obiettivo generale è quello di marcare della loro presenza i territori di appartenenza per rendere significante il manifestarsi delle loro soggettività all’interno di differenti contesti geografici e in tutti gli ambiti dell’espressività e i settori dell’arte, del pensiero, della scienza. Una molteplicità di voci, di sguardi, di immaginari diversissimi, che però formano le trame di un tessuto attraverso cui leggere i nostri territori, narrando simbolicamente di queste donne le “storie”, le “imprese”, l’impegno, i percorsi, i risultati raggiunti nei vari campi, in una parola il genio.
Una vera e propria svolta avviene con l’attenzione prestata al progetto dal Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura, diretto da Angelo Piero Cappello, che apre alla libera adesione al progetto dei 718 Comuni qualificati “Città che legge” e consente al festival di diventare l’Italia delle donne. In Sicilia hanno aderito 57 realtà per raccontare 65 donne, in Calabria 33 adesioni e 47 donne da raccontare. Il “viaggio ” partito dai Comuni siciliani, varcato lo Stretto con quelli calabresi, interessa ora anche altre Regioni d’Italia: Basilicata. Puglia, Lazio, Toscana, Sardegna, Piemonte e Veneto.