L’insegnante sequestra il cellulare all’alunno 11enne, il padre va dall’avvocato: “Non poteva”

8 Mar 2023 15:24 - di Sveva Ferri
cellulare sequestrato

La scuola ha sequestrato il cellulare al figlio undicenne dopo che aveva squillato durante la lezione, il padre per tutta risposta ha deciso di rivolgersi a uno studio legale per procedere contro docente e scuola, ritenendo illegittima la misura. Il caso si è verificato in una scuola del Trentino e a nulla è valso il confronto tra il genitore e l’istituto: l’uomo è deciso ad andare avanti, sostenendo che la circolare del ministero non prevede una misura di quel tipo. Ma, sebbene dalla scuola interessata direttamente non siano arrivate risposte, sono stati i dirigenti di altri istituti della zona a spiegare che misure di questo tipo sono previste a fini educativi dai regolamenti d’istituto, per altro adottati con l’accordo delle famiglie.

Il cellulare sequestrato dopo che aveva squillato in classe

Il padre, ammettendo che il figlio aveva sbagliato a lasciare il cellulare acceso in classe, ha spiegato che si sarebbe trovato d’accordo con una nota o un richiamo disciplinare non con il sequestro che, ha lamentato in una lettera all’istituto, gli ha impedito di sentire il figlio nel contesto di una «situazione familiare non rosea». Il cellulare, infatti, è stato sequestrato e, come da prassi emersa rispetto a questo e altri istituti trentini, è rimasto a scuola in attesa che un genitore lo andasse a riprendere.

La posizione del padre che ha deciso di rivolgersi a un avvocato

«Le linee guida del ministero e il garante della privacy sostengono chiaramente che la scuola può proibire l’uso del cellulare ma non esercitare poteri coercitivi di perquisizione al fine di verificare il rispetto del regolamento, così come l’insegnante non può provvedere al sequestro», ha detto l’uomo, secondo quanto riferito dall’Adige, che sulla vicenda ha anche lanciato un sondaggio i cui risultati, allo stato attuale, sono decisamente netti: il 95% dei lettori che hanno risposto che sta con la preside.

Cosa dice la circolare del ministero sui cellulari a scuola

La circolare del ministero non indica esplicitamente sanzioni e piuttosto incoraggia le scuole a «prevenire e scoraggiare». Ugualmente, però, oltre a chiarire che «vige in via generale un divieto di utilizzo in classe di telefoni cellulari», invita le scuole a «favorire l’osservanza di quanto rappresentato, promuovendo, ove occorrano, le necessarie integrazioni dei Regolamenti delle rispettive istituzioni scolastiche e dei Patti di corresponsabilità educativa, volte a contrastare utilizzi impropri o non consentiti dei dispositivi suindicati».

Una dirigente scolastica trentina: «Facciamo tutti così». E spiega perché

Dunque, gli istituti hanno una certa autonomia nel decidere come gestire i casi. La scuola in questione, a quanto emerso, nel proprio regolamento d’istituto indica esplicitamente che in caso di utilizzo di cellulare in classe il dispositivo sarà sequestrato e riconsegnato ai genitori. Una linea di condotta nient’affatto isolata. «Ci muoviamo tutti nella stessa direzione, ma in autonomia rispetto al provvedimento del governo. In tutte le scuole trentine è previsto il ritiro del cellulare in caso di uso da parte dello studente durante le ore di lezione», ha spiegato a La Voce del Trentino Paola Pasqualin dirigente di un altro istituto, manifestando pieno appoggio alla collega della scuola “incriminata”.

Il cellulare sequestrato? «Non un atto di polizia, ma un gesto educativo»

«Il nostro non è un atto da polizia di Stato, ma un atto che ha un profondo valore educativo. Se uno studente usa il cellulare durante la lezione e non si agisce con un intervento educativo il ragazzo è legittimato a farlo sempre», ha aggiunto la dirigente, spiegando che per lo più i genitori si trovano d’accordo e che i casi di contrarietà riguardano i problemi logistici delle famiglie nell’andare a recuperare i cellulari. C’è però una ragione se le scuole hanno optato per un meccanismo del genere: «Chiediamo ai genitori di venirli a ritirare per riflettere insieme a loro, questi gesti educativi infatti creano una sorta di alleanza con le famiglie, per così far capire il comportamento che devono tenere questi ragazzi», ha chiarito ancora la dirigente, sottolineando che «i ragazzi di oggi, come quelli di ieri hanno bisogno di gesti, esempi e coerenza e le famiglie devono essere consapevoli che la scuola lavora per far star bene i ragazzi e garantire loro quindi un futuro».

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