Il Papa rinnova il messaggio della risurrezione di Lazzaro: “Un inno alla vita, l’invito di Gesù a non smettere di sperare”
Un messaggio forte e chiaro, come quello intrinseco nel miracolo della risurrezione di Lazzaro: «Gesù dà la vita anche quando sembra non esserci più speranza». Un messaggio potente, che oggi Papa Francesco ha rievocato e rilanciato dalla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro, nell’introdurre la preghiera mariana. «Oggi, quinta domenica di Quaresima, il Vangelo ci presenta la risurrezione di Lazzaro. È l’ultimo dei miracoli di Gesù narrati prima della Pasqua. Possiamo dunque dire che ci troviamo al culmine dei suoi “segni”».
Papa: «Gesù dà la vita anche quando sembra non esserci più speranza»
«Lazzaro – racconta il Pontefice – è un caro amico di Gesù, il quale sa che sta per morire. Si mette in cammino, ma arriva a casa sua quattro giorni dopo la sepoltura, quando ogni speranza è perduta. La sua presenza però riaccende un po’ di fiducia nel cuore delle sorelle Marta e Maria. Esse, pur nel dolore, si aggrappano a questa luce. Gesù le invita ad avere fede e chiede di aprire il sepolcro. Poi prega il Padre e quindi grida a Lazzaro: “Vieni fuori!”. Questi torna a vivere ed esce. Il messaggio è chiaro: Gesù dà la vita anche quando sembra non esserci più speranza».
Il messaggio nel miracolo della risurrezione di Lazzaro
Quindi, Bergoglio prosegue l’omelia pasquale tra racconto evangelico e messaggio di fede. «Capita, a volte, di sentirsi senza speranza. Oppure di incontrare persone che hanno smesso di sperare: per una perdita dolorosa, per una malattia, per una delusione cocente, per un torto o un tradimento subito, per un grave errore commesso –sottolinea il Papa –. A volte sentiamo dire: “Non c’è più niente da fare!”… Sono momenti in cui la vita sembra un sepolcro chiuso. Tutto è buio, intorno si vedono solo dolore e disperazione».
Un inno alla vita con cui Gesù invita a non lasciare morire la speranza
«Ma Gesù, oggi, ci dice che non è così», prosegue il Papa. «Che in questi momenti non siamo soli. Anzi, che proprio in quei momenti, lui si fa più che mai vicino per ridarci vita. Egli piange con noi, come ha pianto per Lazzaro: il Vangelo ripete due volte che si commosse. E sottolinea che scoppiò in pianto. E al tempo stesso Gesù ci invita a non smettere di credere e sperare. A non lasciarci schiacciare dai sentimenti negativi. Si avvicina ai nostri sepolcri e dice a noi, come allora: “Togliete la pietra”». Che significa, spiega il Pontefice, togliete «il dolore. Gli errori. Anche i fallimenti. Non nascondeteli dentro di voi, in una stanza buia e solitaria, chiusa».