Elly Schlein annuncia la sua segreteria come la “nuova primavera del Pd”. Ma con i cattolici è già gelo

12 Mar 2023 19:19 - di Giovanni Pasero
Bonaccini, Schlein

Patrimoniale, migranti, ius soli, un nuovo ddl Zan, precarietà e leadership “femminista”: alla prima assemblea nazionale Pd, Elly Schlein espone i punti forti di quella che sarà la sua “segreteria”. Una rifondazione (e ogni riferimento al defunto partito di Bertinotti non è casuale) che ha infiammato la sinistra radicale e ovviamente gelato moderati, riformisti e cattolici.

Al centro congressi La Nuvola di Roma è il giorno degli applausi e delle standing ovation: un discorso della corona per Elly Schlein. «Siamo qui, più vivi, forti, uniti e stiamo arrivando. Sarà questa una nuova primavera», ha scandito Elly Schlein che ha aperto il discorso con un “grazie”.

Schlein e Bonaccini: il giorno dell’unità di facciata

Nessun intervento dei big per mantenere l’unanimità, almeno di facciata. Durante i 75 minuti di discorso è “unità” la parola che la prima leader donna del Pd cita più spesso. La presidenza, affidata all’ex avversario delle primarie, Stefano Bonaccini, inaugura una gestione unitaria, almeno questo è l’auspicio della segretaria. Il presidente dell’Emilia Romagna onora il patto con un forte appello alla lealtà e alla collaborazione. Appare chiaro il tentativo di ricomporre le spaccature degli ultimi anni e della campagna congressuale e a neutralizzare le correnti. «Non voglio mai più vedere stranezze o cose irregolari sui tesseramenti – dice la Schlein – capi bastone e caccicchi vari. Su questo dovremo lavorare tanto insieme, è la più grande sfida da affrontare insieme, ne va della credibilità del Pd, una cosa su cui non sono disposta a cedere di un millimetro».

I temi cari alla Schlein infiammano la sinistra radicale

Perché per sconfiggere il «governo più a destra di sempre», come lo chiama la Schlein, è fondamentale tenere il Pd unito e provare ad essere il partito più votato, o almeno il primo partito del centrosinistra, alle prossime europee. Impresa non facile, alla luce degli ultimi sondaggi. Nelle conclusioni della Schlein non manca un riferimento esplicito al premier, prima donna arrivata a Palazzo Chigi nella storia d’Italia. Un dato che la leader dem finge di ignorare. «Non ci hanno visto arrivare: lo dico a Meloni, il soffitto di cristallo non si rompe da sole, ma insieme, la maggioranza delle donne non lo vede perché è schiacciata da una cappa di discriminazione che questa prima premier finge di non vedere. Continueremo a spingere perché quelle discriminazioni abbiano fine». È l’opposizione “durissima” che Meloni si aspettava e che si conferma. Sebbene negli intenti, il Pd che sogna la Schlein farà «proposte costruttive», «da sinistra di governo».

È stata votata in assemblea anche la nuova Direzione del Pd. Tra i nuovi ingressi, il ritorno degli ex di Articolo Uno da Alfredo D’Attorre a Maria Cecilia Guerra. Entrano anche le Sardine con Mattia Santori e Jasmine Cristallo. Tra i nomi noti Goffredo Bettini, i sindaci Emilio Del Bono e Giorgio Gori e poi Pier Francesco Majorino, Andrea Orlando, Peppe Provenzano, solo per citare alcuni. Tra i ritorni, quello di Livia Turco. Fa parte della direzione anche l’ex segretaria della Cgil, ora senatrice, Sussanna Camusso.

Disagio dei cattolici dem: le perplessità di Delrio e De Micheli

Il disagio dei cattolici del Pd appare tuttavia evidente. Lo hanno espresso, tra le righe, Graziano Delrio e Paola De Micheli. Il primo arrivando all’assemblea alla Nuvole ha detto ai cronisti che «c’è preoccupazione” fra i cattolici «è inutile negarlo. Ma non devono esserci pregiudizi». «Su molti temi aggiunge – come sanità pubblica e salario minimo le battaglie sono condivise. Su altri temi ci sono discussioni da fare nel merito». Mentre De Micheli, parlando del pluralismo dentro il Pd, osserva: «L’idea che l’unità nel pluralismo sia possibile significa dare dignità alle idee di tutti. Il disagio non va sottovalutato, soprattuto quella del mondo cattolico».

Un disagio che appare evidente anche visto dall’esterno. «Elly Schlein ha ribadito che il suo Pd è un partito massimalista che non lascia alcuno spazio ai cattolici e ai moderati», commenta Alfredo Antoniozzi. Per il vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, «nel programma della Schlein c’è un partito orientato alla lotta con uno stile essenzialmente orientato al giacobinismo, al relativismo etico, alla laicizzazione estrema. Del resto Schlein non fa mistero di ritenere la sua bussola politica un movimentismo simile ai cinque stelle che guarda esclusivamente alla piazza e che non ha ricette sostenibili nè in economia, nè per ciò che riguarda la società intesa come comunità».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Giuseppe 13 Marzo 2023

    I cosiddetti “cattolici” vanno a braccetto con i sinistri da sempre. Adesso si tengano e si godano tutte le porcherie che il nuovo corso propone. Fate schifo.

  • Ezio 13 Marzo 2023

    Una poveretta ambiziosa complessata figlia di papà e mamma’ con passaporto svizzero,americano e purtroppo italiano data in pasto alle iene arcobaleno che come gli arcobaleni sono effimeri, ma che purtroppo prima o poi ritornano

  • sergio la terza 13 Marzo 2023

    gli amici di Fioroni e della Margherita dove sono?Mattarella ed altri seguiranno Elly o usciranno dal PD formando una nuova formazione di Centro.-VEDREMO

  • guido mungo 13 Marzo 2023

    ma il sindaco Gori non aveva detto che in caso di vittoria della Schlein avrebbe abbandonato il PD?

  • Fernando. 13 Marzo 2023

    Auguri al PD per la nuova figuraccia.

  • Raul Formenti 12 Marzo 2023

    Ben gli sta ai falsi cattolici!