Dieci anni senza Mennea, la moglie Manuela: “Per lui, nella vita come in gara, niente era impossibile”

18 Mar 2023 13:51 - di Italpress
Mennea

C’è il Pietro Mennea campione olimpico, detentore per quasi 17 anni di un record mondiale sui 200 metri, e di un primato europeo ancora imbattuto. E poi c’è un “altro” Pietro: quello che studiava. Si laureava quattro volte (giurisprudenza, scienze politiche, lettere e scienze motorie). Esercitava la professione di avvocato e commercialista e approdava in politica da europarlamentare. Due vite apparentemente diverse, ma in realtà unite dalla continuità di un unico percorso. Ne è convinta Manuela Olivieri Mennea, moglie dell’eterno campione di Barletta. «Lo sport gli ha dato rigore nello studio. Lo ha spinto a porsi un obiettivo per raggiungerlo – racconta all’Italpress a 10 anni dalla morte del velocista olimpico, avvenuta il 21 marzo 2013 a causa di un male incurabile –. Amava studiare, nelle librerie avevano imparato a conoscerci. Prendemmo persino un altro appartamento e lo riempimmo solo di libri». Divenne il miglior duecentista del pianeta grazie ad un record mondiale di 19″72 all’Universiade di Città del Messico nel 1979. Campione olimpico (1980) nei 200. Campione europeo nei 100 (1978) e sui 200 (1974 e 1978). Il ricordo più glorioso è naturalmente quello dell’Olimpiade di Mosca, dove Mennea prevalse in un memorabile finale su Allan Wells.

«Tutti ancora oggi ricordano cosa stavano facendo in quel momento – sottolinea –. Pietro si divertiva a chiederlo alle persone che incontrava. È ancora nel cuore della gente perché per lui, come in quella gara, niente era impossibile». A dieci anni dalla scomparsa, il campione resta centrale nella cultura di massa italiana. «Lo avverto ancora molto, più di quanto mi aspettassi. Nelle scuole gli insegnanti lo presentano ai ragazzi come un esempio, mi capita spesso di leggere i temi degli alunni su di lui». Oggi la promozione dei valori della Freccia del Sud è portata avanti dalla Fondazione Mennea: «L’ha voluta Pietro, voleva dedicarsi a finalità benefiche perché per lui il campione doveva avere una responsabilità sociale», aggiunge Manuela Olivieri. Per Mennea la libertà non aveva un prezzo: «Una volta lo invitarono ad un reality in tv, era curioso di sapere quanto gli avrebbero offerto – racconta –. Per averlo fecero rilanci pazzeschi. Fino ad offrire una cifra che mai aveva guadagnato in carriera. Alla fine rispose così: «Questa settimana ho un convegno in cassazione con gli avvocati europei, non mi sembra il caso»… Per la sua libertà non scendeva mai a compromessi, non faceva mai un passo indietro. E ha sempre protetto mediaticamente anche me, attirava tutto su sé stesso», conclude la moglie del campione.

(Italpress).

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *