Crac Svb, gli Usa corrono ai ripari. Giorgetti: “Seguiamo il caso. L’Ue sia pronta a intervenire”

13 Mar 2023 12:18 - di Redazione
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Il caso del crac della Svb, la Silicon Valley Bank, e della Silvergate si fa sentire sulle borse e sui titoli di Stato a livello globale. Stamattina le principali borse europee hanno aperto deboli la prima seduta della settimana: Piazza Affari in apertura perdeva l’1% a 27.010 punti; Francoforte segnava -0,18%; Londra -0,33%; Parigi -0,63%. Nel corso della mattinata la discesa è proseguita, nonostante ieri il Dipartimento del Tesoro abbia ordinato alla Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic) di garantire i fondi dei clienti Svb, tornati accessibili da oggi.

Le Borse europee risentono del crac Svb, male anche le asiatiche

A metà mattinata di oggi la discesa delle borse europee continua a galoppare: intorno alle 10.30 Piazza Affari, la peggiore tre le piazze europee, era scivolata a -4,49% con il Ftse Mib a 26.057 punti; Francoforte ha perso il 3,20%; Londra il 2,52%; Parigi il 3%. A Piazza Affari nessun titolo risulta in rialzo e quelli bancari sono i più sofferenti: Bper perde il 10,18%, Banco Bpm l’8,34%, Finecobank il 7,88%, Mediolanum il 6,49%, Unicredit il 6,44%, Mediobanca il 6,13%. Sulla piazza asiatica, Tokyo ha chiuso a -1,11% con il Nikkei a 27.832 punti.

L’intervento Usa per tutelare i correntisti

Dunque, l’intervento del Dipartimento del Tesoro Usa non ha dato l’immediato segnale di fiducia che si attendeva, nonostante le misure a garanzia dei correntisti. «I depositanti avranno accesso a tutti i loro soldi a partire da lunedì 13 marzo. Eventuali perdite associate alla risoluzione della Silicon Valley Bank non saranno a carico del contribuente», si legge in una dichiarazione congiunta del Tesoro statunitense, della Fdic e della Federal Reserve, in cui si precisa comunque che gli azionisti e alcuni debitori non garantiti non saranno tutelati. L’obiettivo dell’intervento, ha spiegato il Segretario del Tesoro statunitense Janet Yellen, è quello di «garantire la fiducia del pubblico nel sistema bancario statunitense». La Silicon Valley Bank (SVB), un istituto finanziario con un ampio portafoglio di clienti tra le startup tecnologiche, è stata infine oggetto di un intervento della Fdic venerdì scorso a causa di dubbi sulla sua liquidità e solvibilità.

Biden rassicura «popolo e imprese»

Sul caso è intervenuto anche Joe Biden, che si è detto «lieto» che sia stata presa una «soluzione rapida», in quanto protegge i lavoratori americani e mantiene al sicuro il sistema finanziario del Paese. «Il popolo e le imprese americane possono essere certi che i loro depositi bancari saranno disponibili quando ne avranno bisogno», ha aggiunto il presidente attraverso una nota della Casa Bianca, nella quale si aggiunge che Biden oggi spiegherà «come mantenere un sistema bancario resistente» per proteggere la ripresa economica.

Il salvataggio nel Regno Unito: Hsbc acquisisce Svb Uk

Secondo la Cnn, questa domenica è stata aperta l’asta per l’acquisto della banca, ma alla fine la soluzione non è arrivata dal settore privato. Intanto dal Regno Unito arriva la notizia che la filiale britannica di Hsbc Holdings, Hsbc UK Bank, acquisirà Silicon Valley Bank UK Limited per 1 sterlina (1,13 euro). «Questa acquisizione ha un eccellente senso strategico per la nostra attività nel Regno Unito», ha dichiarato Noel Quinn, amministratore delegato di Hsbc, sottolineando la protezione dei depositanti della filiale britannica di Svb. «I clienti di Svb UK possono continuare a fare banca come sempre, sicuri che i loro depositi sono sostenuti dalla forza, dalla sicurezza e dalla protezione di Hsbc», ha aggiunto.

Giorgetti: «Sistema bancario regolarmente monitorato. L’Europea intervenga se necessario»

In Italia sul caso è intervenuto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che, ha fatto sapere una nota del Mef, «segue con attenzione gli sviluppi delle vicende legate alla Svb e alle decisioni prese dalle autorità monetarie americane». «Il sistema bancario italiano ed europeo è regolarmente monitorato dalle autorità di vigilanza e supervisione assicurandone così la stabilità», ha aggiunto il ministro, sottolineando che «apprezziamo la tempestività con cui le autorità americane sono intervenute e confidiamo che, se necessario, anche le autorità europee intervengano con la medesima tempestività valutando anche le implicazioni per la condotta della politica monetaria e per la stabilità finanziaria».

L’impatto della crisi Usa allo studio dell’Ue

Il Consiglio europeo, dal canto suo, ha fatto sapere che sta valutando le ripercussioni che potrebbe avere per l’Ue la crisi bancaria in corso negli Usa, con il crac di Svb e Silvergate. «Abbiamo chiesto ai tecnici di guardare la cosa – ha spiegato un alto funzionario Ue a Bruxelles – credo che questa volta siamo un po’ più protetti» rispetto al 2008-2009, «ma questa cosa va verificata». La crisi finanziaria che iniziò nel 2007-2008 negli Usa con la crisi dei mutui subprime e il fallimento di Lehman Brothers portò poi alla crisi detta del debito nell’Eurozona del 2010-11.

L’economista Lamberti: «Non sarà un nuovo 2008»

Anche secondo l’economista e docente all’università San Raffaele di Roma, Lucio Lamberti, il fallimento di Silicon Valley Bank e quello di Signature «non porteranno a un nuovo 2008» perché «gli errori di quel periodo sono ormai bagaglio culturale del regolatore» e, inoltre «a differenza di allora sappiamo che lasciar scoppiare una crisi bancaria senza intervenire adeguatamente costa molto di più successivamente». Per l’economista, intervistato dall’Adnkronos, inoltre, la vicenda è «ancora un fenomeno circoscritto di selezione delle realtà che hanno eccessivamente goduto della bolla della liquidità a costo zero» come «nel mondo delle criptovalute». Ciononostante, ha avvertito Lamberti, ci saranno «ripercussioni indirette, ma importanti». Una su tutte sarà quella che «la Fed dovrà avere una maggiore tolleranza verso l’inflazione, perché il cambiamento veloce crea problemi di fragilità strutturale».

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