Borse in rosso, mattinata di panico dopo il crollo di Credit Suisse: banche europee in forte calo
Borsa giù, ancora una mattinata di panico. La pausa di ieri si è rivelata illusoria e stamattina alla Borsa di Milano – come nelle altre piazze finanziarie europee – sono ricominciate le vendite. Il fallimento della Silicon Valley Bank aveva creato uno choc in parte rientrato nella serata. Oggi torna la tempesta a causa del fallimento della Credite Suisse. Soprattutto sui titoli delle banche ma estese (in misura minore) ad altri comparti del listino; visto che il settore del credito tiene i cordoni della borsa di tutti gli altri e una sua crisi può prefigurare un “contagio” generale. Martedì alla mattinata di panico delle principali piazze europee era seguita una serata di stabilizzazione. Al momento in vece, è tempesta: l’indice Ftse Mib perde il 3,54% e si segnalano le pesanti perdite della azioni di alcune banche, che hanno subito sospensioni per eccesso di ribasso: in particolare Mps (-7,2%), Unicredit (-7,8%), Intesa Sanpaolo, Banco Bpm (-6,5%), Bper (-5,9%) , Fineco (-6,2%). La corrente di vendite è alimentata dal crollo in Borsa di Credit Suisse (-22%), dopo che il principale azionista Saudi National Bank ha escluso la possibilità di fornire supporto finanziario in caso ulteriori richieste di liquità.
Il crollo della Credit Suisse
Le vicende della banca svizzera si sono abbattute sul comparto delle banche provocando un calo del 6,2%. Tra i principali listini Parigi e Milano cedono il 3,4%, Madrid (-3,7%), Francoforte (-2,7%) e Londra (-2,3%). Tra le banche Societe Generale e Bnp Paribas cedono il 10%. I rendimenti dei titoli di Stato sono in netto calo. Lo spread tra Btp e Bund sale a 192 punti, con il rendimento del decennale italiano al 4,18% (-8 punti base). In netto calo anche il tasso del bund tedesco al 2,26% (-14 punti). Giù anche quelli della Spagna al 3,36% (-11 punti) e quello della Grecia al 4,22% (-6%).
I certificati di assicurazione sull’insolvenza (credit default swap) di Credit Suisse – si legge in un riepilogo dettagliato dell’Ansa – si stanno avvicinando alla soglia critica dei mille punti; che indica un serio pericolo per la continuità aziendale del gruppo. In particolare i certificati a un anno si sono portati ieri a 835,9 punti base, secondo la piattaforma Cmaq, sui massimi di sempre, e valgono 18 volte gli analoghi titoli derivati della rivale Ubs e circa 9 volte quelli di Deutsche Bank.
I Sauditi escludono ulteriore sostegno finanziario alla Credit Suisse
Il principale azionista di Credit Suisse – riporta l’Ansa- ha escluso di fornire ulteriore assistenza alla banca svizzera a causa di problemi normativi. Lo riporta Bloomberg citando una intervista al presidente della Banca nazionale saudita, Ammar Al Khudairy. Che ha risposto: “assolutamente no, per molte ragioni. Alcune di queste sono di tipo normativo e statutario”, rispondendo ad una domanda se la banca è disposta a sostenere il Credit Suisse in caso di ulteriore richiesta di liquidità. La Saudi National Bank, partecipata per il 37% dal fondo sovrano saudita, è diventata il maggior azionista del Credit Suisse alla fine dello scorso anno, dopo aver acquistato una partecipazione del 9,9% dell’istituto di credito svizzero.