Qatargate, il Parlamento europeo consegna Cozzolino e Tarabella ai giudici belgi: revocata l’immunità
La plenaria del Parlamento Europeo ha votato oggi a Bruxelles a favore della rimozione dell’immunità degli eurodeputati del Centrosinistra Marc Tarabella e Andrea Cozzolino, investiti dallo scandalo del Qatargate, le centinaia di migliaia di euro in contanti regalati dal Qatar agli eurodeputati di Centrosinistra per rifarsi una verginità sui diritti umani.
La rimozione dell’immunità di Cozzolino e Tarabella era stata richiesta dal giudice istruttore belga, Michel Claise, che indaga su presunti fatti di corruzione volta ad influenzare i processi decisionali delle istituzioni Ue, il cosiddetto Qatargate, appunto.
La procedura, iniziata a gennaio, sarà, comunque, completata solo quando la decisione verrà formalmente comunicata ai deputati interessati e alle autorità richiedenti, probabilmente molto presto.
A quel punto il giudice istruttore Michel Claise che indaga sul Qatargate potrà procedere come crede e finora ha usato la detenzione preventiva senza troppe remore: i quattro principali sospettati – Pier Antonio Panzeri, Eva Kaili, Francesco Giorgi e Niccolò Figà Talamanca – sono in carcere da quasi due mesi.
Niccolò Figà Talamanca aveva ottenuto, inizialmente, i domiciliari, ma la Procura belga si è opposta.
Nessuno dei due eurodeputati investiti dallo scandalo Qatargate si è opposto alla revoca dell’immunità: Cozzolino ha sostenuto che la richiesta della Procura in Italia sarebbe stata respinta per la sua genericità.
Marc Tarabella, che è anche borgomastro di Anthisnes, un paese della provincia di Liegi, in Vallonia, dove è molto popolare (il capo dell’opposizione in Consiglio comunale, contattato da Le Soir nei primi giorni dello scandalo Qatargate, ha attaccato il telefono in faccia al cronista che lo chiamava dicendo che è “un amico” e che non intendeva parlarne), oggi era in aula e ha votato a favore della revoca della propria immunità, alzando la mano. Andrea Cozzolino, invece, oggi non era a Bruxelles.
Ma l’europarlamentare del Pd si è poi fatto sentire tramite i suoi legali contestando che “in questa vicenda, invece, il Parlamento europeo ha rinunciato – lamentano gli avvocati che lo assistono – ad affrontare, finanche nel dibattito, una questione cruciale per la sua stessa autonomia e indipendenza, pur trovandosi al cospetto di una iniziativa giudiziaria che nasce dall’opaca attività di intelligence dei servizi segreti, soprattutto non europei, e che sta minando in profondità la stessa credibilità politica e istituzionale dell’Unione Europea“.
I legali disapprovano il fatto che l’inchiesta sia stata affidata, per quanto riguarda gli sviluppi, “a un pentimento interessato, pronto e conveniente (quello di Panzeri, ndr) , che la nostra esperienza giudiziaria in materia ci fa guardare con sospetto e scetticismo. L’onorevole Cozzolino, per parte sua, rivendica la sua estraneità ai fatti e si difenderà in tutte le sedi, come ha già fatti innanzi alla Commissione, perché possa essere accertata la verità“.
Dal canto suo Marc Tarabella si è detto “contento” della revoca della sua immunità uscendo dalla sala dove la plenaria del Parlamento Europeo aveva poco prima votato in favore, adottando la richiesta del giudice istruttore belga Michel Claise, che indaga su presunti fatti di corruzione volta ad influenzare i processi decisionali delle istituzioni Ue, il cosiddetto Qatargate.
“Questo – ha dichiarato Tarabella, citato da ‘Le Soir’ – mi permetterà di esprimermi davanti agli inquirenti”. Tarabella ha poi ribadito la sua “innocenza” e spiegato di “non essersi pronunciato finora e non aver fatto dichiarazioni alla stampa in segno di rispetto per la procedura giudiziaria”.
Un plauso alla giudice Michel Claise e speriamo che nessuno si opponga questi se colpevoli devono pagare come tutti gli altri