Primarie Pd, gli operai non perdonano: da Mirafiori, alla Schlein lo schiaffo di soli 2 voti

6 Feb 2023 9:33 - di Chiara Volpi
Primarie Pd

Nel teatrino della politico va in scena il Pd alle prese con le prime giornate del voto nei circoli, ossia la fase embrionale del congresso. E da Caserta a Torino. O meglio: dal caso delle «tessere gonfiate» in Campania, fino alla rocambolesca debacle di Elly Schlein, l’underdog di questa competizione che, nel rione operaio che ospita il circolo Mirafiori sud, in un locale adibito alle votazioni per le primarie del partito ha incassato lo schiaffo di sole due preferenze, più che un politologo servirebbe un drammaturgo per commentare lo psico-dramma in corso tra le fila dei candidati dem. Competitor travolti da una farsa che rischia di infliggere il colpo di grazia al Pd e alla narrazione della scalata per la risalita. Ma andiamo con ordine.

Primarie Pd, corsa a ostacoli tra lo scandalo delle “tessere gonfiate” e lo schiaffo di Mirafiori

E partiamo da lui, il grande favorito di questa corsa a ostacoli: Stefano Bonaccini, considerato il deus ex machina della drammaturgia dem, al quale la letteratura aziendale riserva pagine meno agiografiche di quelle intestate alla competitor, Elly Schlein, dalla quale lo distanziano diverse formule comunicative e differenze tematiche che rispecchiano le divergenze che animano le diverse correnti. Come le problematiche in cima all’agenda.

Bonaccini avanti sulla Schlein che tra gli operai della Fiat incassa appena 2 voti…

Allora, se il primo candidato in lizza punta sulla necessità di aprire a Terzo Polo e Movimento 5 Stelle, evidenziando le «battaglie» che le tre formazioni politiche dovrebbero portare avanti «insieme» una volta rifondata la classe dirigente all’interno dei dem. Alla seconda preme insistere sulle proteste per quanto sarebbe accaduto nella Regione governata da Vincenzo De Luca. Con buona pace di Bonaccini che, genericamente, si scaglia contro ogni tipo di problematica anomala emersa in itinere…

E tra i due competitori in lizza, i votanti tra dubbi e sospetti

In mezzo tra i due schieramenti principali in lizza, i votanti assalti da dubbi e sospetti. E, in generale – scrive oggi Il Giornale che al Pd dedica due delle prime pagine – «la sensazione è che la sfida possa chiudersi 60% a 40% in favore del governatore dell’Emilia Romagna». Una corsa sostanzialmente a due, quella in via di svolgimento, che Bonaccini si augura possa procedere e concludersi nel segno del passo tracciato anche per le successive fasi congressuali, quando a votare non saranno soltanto gli iscritti.

Primarie Pd, Cuperlo e De Micheli fanalini di coda

Un confronto che, del resto, vede Gianni Cuperlo e Paola De Micheli parecchio distaccati e in procinto di uscire dall’agone prima del traguardo (leggi: turno finale). Le statistiche, al momento, come riferisce sempre il quotidiano milanese, «raccontano la seguente situazione: Stefano Bonaccini ha ottenuto il 50,22%. Mentre la Schlein il 36,37%. Gianni Cuperlo ha il 8,6%. E Paola De Micheli il 4,1%». E tirando le somme, il risultato che viene fuori è quello di un difetto di partecipazione.

Primarie Pd, il primo responso: un’affluenza desolante…

Lo stesso che, in termini di proiezioni applicate al prossimo futuro, Pd e statistici pensano possa non presagire al meglio per l’appuntamento con le prossime elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio. E tra Milano e Roma, Torino marca il segno di questa maratona elettorale dove la rifondazione di quello che lo stesso coordinatore provinciale a Napoli della mozione Schlein, Nicola Corrado, ha definito «il partito “degli eletti” e delle tessere senz’anima e senza cuore». Marchiato a fuoco dallo scempio del tesseramento “gonfiato” in Campania».

Primarie Pd, gli operai di Mirafiori voltano le spalle alla Schlein

Allora, non è un caso se ai cancelli della Fiat di Mirafiori, oggi Stellantis – dove Bonaccini è andato in pellegrinaggio giusto a gennaio promettendo solennemente vicinanza ai lavoratori – si sono presentati al seggio in 24, oltre la metà degli iscritti che sono 51 lo stesso governatore dell’Emilia Romagna ha raccolto 13 preferenze. Subito dopo si è piazzato Gianni Cuperlo con 9 voti. E a chiudere il magro conto dei voti, Elly Schlein. Per lei, in quello che una volta era il presidio inespugnabile del Pci, l’amaro risultato di appena 2 preferenze…

Primarie Pd, a Mirafiori per la compagna movimentista appena due preferenze…

Segno che, in quella sacca di lavoratori duri e puri, le strategie del movimentismo targato Schlein non attecchisce. Che in quel feudo operaio, laborioso e dimenticato dal Pd, lo scollamento tra dibattito ideologico e realtà sociale. Linguaggio politico e azione partitica, è ormai insanabile. Da tempo, ormai, quello che una volta era il partito di riferimento ha smesso di parlare la stessa lingua di quel mondo che, sentendosi deluso e tradito, ha cominciato a guardare altrove. E non da oggi.

 

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