Pino Insegno presenta la convention per Rocca: “Ho fatto una scelta, se mi criticano chissenefrega…”

5 Feb 2023 19:45 - di Redazione
Pino Insegno

E’ stato l’attore Pino Insegno a presentare stamattina la convention a Roma a sostegno di Francesco Rocca. Ed è stato sempre lui a presentare il comizio di chiusura di Giorgia Meloni a Piazza del Popolo citando Aragorn del “Signore degli Anelli”. Alle critiche ricevute non ha dato peso. “Ho fatto una scelta di campo – dice sul palco dell’Auditorium della Conciliazione – Mi criticano? Chissenefrega”. E ancora: E’ stata una bellissima mattinata, festeggiamo il 14 febbraio nel migliore dei modi: ci abbracceremo tutti, con il coraggio di affrontare un futuro bello insieme. Francesco Rocca è la persona giusta al posto giusto, perché e uno di noi”.

Insegno: io penalizzato perché di destra

A Repubblica.it che lo intervista spiega che è stato davvero messo all’angolo perché di destra. “È un fatto, mi hanno penalizzato. Ma secondo te perché sono sparito dalla tv, perché non sono bravo? Vai a vedere chi ha preso le mie trasmissioni, non faccio nomi perché non voglio querele, ma queste sono le indagini che un giornalista serio dovrebbe fare. Ho doppiato 400 professionisti, ho fatto 600 puntate in tv. Poi non c’era più posto per me”.

“Torno in Rai perché sono bravo”

E adesso, aggiunge, “torno in Rai perché sono bravo, non ho mica bisogno di raccomandazioni. Non vado strumentalizzato, mica sono una velina”. Alla domanda se sia di destra risponde così:  “Io sono commendatore della Repubblica per meriti sociali, non sono uno che lascia indietro le minoranze o chi la pensa diversamente. Rocca è una persona fantastica che conosco da 25 anni, so quanto vale. Ma se ci fosse stato un Nicolini, che era di sinistra, avrei votato per lui”.

Il progetto dei teatri di periferia

Con la giunta Storace, racconta, “mettemmo su un progetto sui teatri in periferia, i cosiddetti ‘teatri di cintura’. Fondai un’associazione, Teater, che avrebbe gestito questi centri culturali senza soldi pubblici, ma con i fondi europei. Avrebbe dato formazione e lavoro. Era un progetto talmente bello che Storace mi disse: vedrai, pure se perdo ti aiuteranno”. L’amara conclusione? “Tornai dopo le elezioni in Regione, mi risposero: con i fascisti non ci parliamo. E avevo aperto un teatro mica un campo di concentramento”.

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