Migranti, a bordo della Sea Eye 4 c’erano anche gli scafisti (e i “kompagni” festeggiavano…)

7 Feb 2023 16:28 - di Mia Fenice
migranti

Gli attivisti di sinistra ieri sera avevano dato il benvenuto ai migranti arrivati a Napoli con cori e festa da stadio. Poi per loro è arrivata la brutta sorpresa: tre presunti scafisti si trovavano a bordo della nave Sea Eye 4 che ha sbarcato ieri nel capoluogo campano 105 migranti. I tre sono stati fermati dagli agenti della Polizia e dai militari della Guardia di finanza, su disposizione della procura di Napoli, per favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina.

Migranti, fermati tre scafisti sbarcati da Sea Eye 4

Insieme ai profughi, di numerose nazionalità, prevalentemente provenienti dall’area Sub-Sahariana, c’erano anche due cadaveri che attualmente sono in corso di identificazione. I migranti erano stati recuperati nei giorni scorsi, in acque internazionali in area Sar Maltese, da due distinti natanti in avaria, un gommone e un’imbarcazione di legno. I tre fermati, di 22, 45 e 32 anni, sono stati individuati in seguito alle indagini, coordinate dalla Procura di Napoli, scattate subito dopo lo sbarco. Gli investigatori hanno acquisito il diario di bordo, sentito il comandante della nave e alcuni tra i rifugiati appena sbarcati, ispezionato i telefoni cellulari degli indagati. Tutto ciò ha consentito di raccogliere nei loro confronti “gravi indizi di colpevolezza”.

Le ong continuano ad attaccare

Intanto non poteva mancare la consueta vergognosa critica all’esecutivo Meloni. Gorden Isler, presidente di Sea-Eye, ha ribadito la volontà delle organizzazioni non governative di scegliere quando, dove e come attraccare. «È cinico parlare di concessione nell’assegnazione del porto di Napoli solo perché il porto di Pesaro, inizialmente assegnato, era ancora più lontano. I porti della Sicilia meridionale potevano essere raggiunti in molto meno tempo. Il governo italiano deve smettere di rendere più difficile il lavoro di soccorso in mare delle ong e con ciò prolungando anche la sofferenza delle persone in cerca di protezione. Tutte le risorse governative e civili disponibili devono essere utilizzate per prevenire il maggior numero possibile di morti. È in atto un crimine contro l’umanità».

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