Intervista a Sonia Alfano: i veri analfabeti istituzionali sono quelli del Pd che vanno da Cospito

2 Feb 2023 19:17 - di Annalisa Terranova
Sonia Alfano

Sonia Alfano, figlia del giornalista Beppe ucciso dalla mafia nel 1993, cui ha dedicato il libro “La zona d’ombra“,  ha presieduto la Commissione antimafia del Parlamento Europeo dove venne eletta con l’Italia dei valori. Ha fatto parte del movimento delle Agende Rosse. Ha aderito ad Articolo 1. Ha girato per le carceri italiane incontrando i più noti boss mafiosi. Insomma, dell’argomento ne sa qualcosa e non esita a difendere Giovanni Donzelli accusato dal Pd di “analfabetismo istituzionale”. Su Fb ha scritto che si vuole colpevolizzare Donzelli perché ha svelato pericolosi retroscena sul digiuno dell’anarchico Cospito. E secondo lei ha fatto benissimo.

Perché tanto clamore da parte del Pd? Ritiene che quell’indignazione sia sincera o frutto di ipocrisia?

Se fosse sincera il Pd avrebbe dovuto dire qualcosa quando nel 2015 la Cassazione stabilì che il 41 bis per il boss Provenzano era da confermare. Allora la sinistra non disse nulla e oggi l’ex ministro della Giustizia Orlando fa appelli via twitter a Nordio  per togliere il carcere duro all’anarchico Cospito…

I parlamentari del Pd dicono che è un loro diritto visitare le carceri e controllare lo stato di salute dei detenuti.

Io ho già fatto quello che hanno fatto loro ma io ho girato nelle prigioni per tre anni e ho incontrato molti boss al 41 bis, compreso il mandante dell’omicidio di mio padre. Ho sempre detto loro che era opportuno collaborare con la giustizia. Ma non mi sarei mai sognata di fare visita a dei mafiosi mentre lo Stato è sotto attacco. Non il governo, lo Stato. (Sonia Alfano si riferisce a quanto rivelato dal Fatto secondo cui l’anarchcio Cospito disse ai politici del Pd che lo andarono a trovare al carcere di Sassari il 12 gennaio di parlare con i mafiosi che erano nel suo reparto e qualche parola fu scambiata secondo quanto ammette il deputato Walter Verini).

Lei concorda dunque con le parole usate da Giorgia Meloni nella telefonata a Barbara Palombelli. L’attacco è allo Stato e non al governo?

Parole che sottoscrivo. L’attacco non è al governo ma allo Stato italiano. Non si può tollerare che la questione di Cospito sia utilizzata per trattare sul 41 bis perché questo vuol dire  trattare sul sangue delle vittime innocenti della mafia. Vorrei poi ricordare che la sinistra ha sempre detto che lo Stato non deve avere segreti e che tutto ciò che è secretato dev’essere reso pubblico e ora si indignano perché sono stati svelati segreti di Stato?

Segreti che pare non fossero segreti, comunque…

Non solo. Ma tutti i parlamentari hanno il  diritto e il dovere di sapere cosa accade e di farlo sapere a noi cittadini. Donzelli ha fatto una cosa che tutti dovrebbero fare e anzi ha avvisato i parlamentari del Pd che la loro visita si prestava a una strumentalizzazione. In qualche modo ha fornito loro un assist. Invece loro la buttano in caciara per non raccontare che cosa si sono detti con Cospito. In un paese gattopardesco come il nostro ora il colpevole diventa Donzelli, uno che ha fatto solo il suo dovere.

Si può ribaltare l’accusa rivolta a Donzelli. Gli analfabeti istituzionali sono quelli del Pd che non si schierano apertamente con lo Stato dinanzi alla sfida degli anarchici?

Esattamente. Donzelli chiede chiarezza su quel colloquio al carcere di Sassari e perché non dovrebbe? Io ho sempre raccontato cosa ci siamo detti con i capimafia che ho incontrato in carcere. A parte il fatto che eravamo intercettati ma io non lo sapevo. E tante vole ho scritto al Dap per avere informazioni sullo stato di salute di Provenzano e mi sono sempre state date risposte a ciò che chiedevo.

 

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