Il sottosegretario Delmastro: «I documenti del Dap non erano secretati, macché dimissioni»

1 Feb 2023 17:43 - di Paolo Lami
arcuri indagato

Non conteneva né intercettazioni, né captazioni ambientali né tantomeno inchieste” la relazione del Dap sul caso Cospito ristretto al 41bis frutto di “un’informativa che riguardava osservazioni in carcere” spiega il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, esponente di Fratelli d’Italia, replicando alla sinistra che chiede le sue dimissioni perché ne ha parlato con il collega Giovanni Donzelli.

Donzelli ha giustamente chiamato la sinistra a fare una scelta: con lo Stato o con terroristi e mafiosi che, in questo momento, stanno tentando, assieme, di scardinare il 41bis.

L’anarchico Cospito ne avrebbe parlato in carcere, durante l’ora d’aria, con un esponente mafioso cercando il salto di qualità per andare all’attacco del regime carcerario del 41bis, approfittando del can can messo in piedi dal Pd. Che è andato, con alcuni esponenti, a visitare in carcere Cospito in un momento delicatissimo, legittimando così nell’anarchico la convinzione di essere supportato nella sua battaglia contro il 41bis da una parte politica.

Delmastro ha già fatto sapere che non intende rinunciare alla delega sul Dap, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. “E perché dovrei? – si chiede l’esponente di FdI. – Perché l’opposizione vuole che se un sottosegretario ha un documento non secretato dica: ‘non vi dico niente?’ Com’è che si chiama questa? Democrazia, trasparenza, leale rapporto istituzionale…”.

Il punto è proprio questo. Il documento di cui Delmastro ha parlato con Donzelli non era secretato.

Tenta di sfruttare a suo vantaggio la polemica politica Conte infilandosi nello scontro fra Pd e governo con una mozione che chiede le dimissioni di Delmastro.

E Debora Serracchiani, che è andata a trovare Cospito in carcere facendo esplodere la polemica per l’inaccettabile assist che il Pd sta dando all’anarchico e alla sua richiesta di revoca del 41bis, annuncia, a sua volta una mozione del Pd “di censura per il sottosegretario (alla giustizia Delmastro ndr), per chiedere la revoca delle deleghe”.

Le informazioni date a Giovanni Donzelli su Alfredo Cospito e altri due detenuti al 41bis “erano contenute – replica Delmastro – in una relazione del Dap, fatta per dare la possibilità al governo di fare le scelte più opportune. Se me le avesse chieste Giachetti, avrei fatto lo stesso, le avrei date a lui come a Donzelli, trattandosi di un documento non secretato. Se il Parlamento chiede al governo delle cose, il governo risponde”, ragione Delmastro tagliando l’erba sotto ai piedi dell’opposizione. Che era troppo impegnata a fare polemica sul 41bis a Cospito per fare una semplice domanda al sottosegretario. Quella domanda che, invece, Donzelli ha fatto.

“Si tratta – spiega Delmastro – di atti presenti legittimamente al ministero” di via Arenula.

E a chi gli domanda se lui e Donzelli stiano valutando di dimettersi replica senza pensarci un attimo: “no, non lo pensiamo. Oggi poi si è raggiunto un ulteriore livello da parte delle anime belle terroriste: moriranno, dicono, chi non cede sul 41bis, io posso pensare di dimettermi mentre i terroristi ci minacciano?”.

D’altra parte autorevoli fonti di governo hanno assicurato all‘Adnkronos che Delmastro è blindato e non è in discussione minimamente il suo incarico e il suo ruolo. Con buona pace di Pd e sinistra che continuano a strillare.

Lo scambio di informazioni, comunque, non è avvenuto facendo leggere a Donzelli la relazione ma per “via orale e in ambito parlamentare”, precisa Delmastro.

Della saldatura fra mafia e terrorismo ne hanno parlato i giornali, non io con documenti riservati”, ricorda il sottosegretario alla Giustizia spiegando, ai microfoni di Tagadà su La7 che “i documenti citati da Donzelli non erano secretati”.

Quanto al forzista Giorgio Mulè, che oggi ha preso le distanze dall’atteggiamento tenuto in Aula alla Camera dal collega di Fdi Giovanni Donzelli, “è evidentemente caduto nella trappola culturale di sinistra”, trae le conclusioni Delmastro.

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