Donne sull’orlo di una crisi di nervi, si dimette anche Nicola Sturgeon, premier scozzese: “Sono stanca”

15 Feb 2023 18:01 - di Monica Pucci

Dopo il primo ministro neozelandese, Jacinda Ardern, dimessasi il 7 febbraio scorso, un’altra donna premier lascia, annunciando un “ritorno in famiglia” a causa delle eccessive pressioni della politica. Si tratta del primo ministro scozzese e leader del partito indipendentista Snp Nicola Sturgeon: “È il lavoro più bello del mondo, ma anche molto difficile, anzi il più difficile. Non hai praticamente privacy, lavori 24 ore al giorno, non puoi prendere nemmeno un caffé con gli amici. Essere prima ministra ha avuto un profondo impatto fisico e mentale su di me. Sono un essere umano. E la politica è brutale”.

Le dimissioni delle premier donne: anche la Sturgeon molla

La premier scozzese, in difficoltà sul referendum indipendentista della Scozia, inviso a Londra ha spiegato di aver preso la decisione di dimettersi “per senso di dovere e per il grande amore che provo per il mio partito e per il mio Paese”. Nicola Sturgeon nel corso di una conferenza stampa alla Bute House a Edimburgo si è rivolto  a ”chi è scioccato e forse anche arrabbiato con me”. Ma, aggiunge, ”ci sarà anche chi è felice della mia decisione. Questo è il bello della democrazia”.  Quello di premier è ”il miglior lavoro del mondo”, ha proseguito, ma ”bisogna capire quando è il momento di lasciare il posto a qualcun altro. Nicola Sturgeon  ha annunciato in conferenza stampa che resterà in carica fino all’elezione di un suo successore. ”Sì, posso ancora combattere per qualche mese”, ha aggiunto, mentre ”onestamente la risposta è ovviamente diversa” se ”la domanda è: ‘posso dare a questo lavoro tutto ciò che richiede e merita per un altro anno, figuriamoci per il resto di questa legislatura. Posso dargli tutta l’energia di cui ha bisogno nel modo in cui mi sono impegnata ogni giorno negli ultimi otto anni?”’.

Le difficoltà nel portare avanti l’indipendenza della Scozia

La sua uscita di scena, tuttavia, s’inserisce in un cambio della guardia più vasto in seno al partito, già segnato di recente dalle dimissioni e dalla sostituzione di Ian Blackford come capogruppo della formazione nel Parlamento britannico di Westminster. Oltre che dal fallimento della strategia della stessa Sturgeon di ottenere per via legale e costituzionale un voto popolare bis sull’indipendenza – che il governo centrale di Londra, ultima istanza in materia, si rifiuta di concedere – attraverso un ricorso giunto infine alla Corte Suprema: ricorso respinto nei mesi scorsi e che ha di fatto allontanato per ora ogni prospettiva concreta di rivincita referendaria ravvicinata, nonostante le divisioni sulla Brexit.

In politica dall’età di 16, “puntuale e spietata”

Entrata nell’Snp a 16 anni, la premier scozzese dimissionaria Nicola Sturgeon spiega di aver dedicato tutta la sua vita alla politica e che ora è arrivato il momento di pensare a se stessa come persona. Quest’anno compirà 53 anni ed è stato “Nicola Sturgeon il politico per tutta la vita”. In conferenza stampa ha detto che “forse voglio dedicare un po’ di tempo a Nicola Sturgeon l’essere umano. Vi sembra egoistico? Spero di no”. Definendo la sua famiglia ”la sua roccia”, ha anche spiegato che ritiene che l’unico modo di svolgere il ruolo di primo ministro sia farlo ”a tempo pieno”.

Primo ministro più longevo della storia della Scozia. Prima donna a essere leader del Partito nazionale scozzese indipendentista e contemporaneamente premier. “Puntuta e spietata”, ma anche “capace di ispirare le persone” come la descrisse nel 2015 il Telegraph, giornale non certo tenero nei confronti dell’Snp. Nicola Sturgeon è alla guida del governo di Edimburgo dal settembre del 2014, quando è subentrata al suo mentore Alex Salmond come primo ministro dopo che l’elettorato aveva rifiutato l’indipendenza. Al ballottaggio, il 55% degli elettori votò per rimanere nel Regno Unito e il 45% per andarsene e lei, da sempre pro indipendenza, decise di guidare il partito in un momento difficile. E’ “il più grande privilegio della mia vita”, disse allora.

Nicola Sturgeon, europeiasta ma indipendentista

Nata il 19 luglio del 1970 a Irvine, nel North Ayrshire, è cresciuta durante quelli che ha definito “i giorni bui dell’era Thatcher”. Entrata a far parte dell’Snp a 16 anni sull’onda della campagna per il disarmo nucleare, ha studiato Giurisprudenza all’Università di Glasgow prima di lavorare come avvocato. Nel 1992, anno della sua laurea, divenne la più giovane candidata scozzese alle elezioni generali. Non fu eletta e venne bocciata anche nel successivo tentativo del 1997. Il suo ingresso nella politica a tempo pieno è avvenuto quando è stata eletta nel nuovo parlamento scozzese nel 1999. La sua prima grande sfida al governo è arrivata da vice primo ministro e segretaria alla Salute, quando l’influenza suina è stata dichiarata pandemia. Ha poi assunto l’incarico di “Yes Minister” , sovrintendendo alla pianificazione del referendum sull’indipendenza.

Convinta europeista, dopo la Brexit e con il 62% degli scozzesi che volevano restare nella Ue, Sturgeon ha avanzato la possibilità di non concedere il consenso parlamentare alla volontà espressa da Londra. E ha esplorato tutte le opzioni per tutelare il posto della Scozia nella Unione europea. Il suo partito Snp si è affermato alle elezioni locali del maggio 2021, ma non ha raggiunto la maggioranza assoluta che avrebbe dato agli indipendentisti maggior forza nell’avanzare nuovamente la richiesta di un referendum sulla secessione dal Regno Unito.

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