Anarchici, Guido Salvini: “Sono hacker della società. Per Cospito anche l’alimentazione forzata”

3 Feb 2023 13:45 - di Sara De Vico

“Non una rete, ma gruppi di affinità” capaci di colpire dove vogliono. “E con continuità con azioni violente ma per fortuna quasi sempre a bassa intensità. Nessuna forma di organizzazione, più sfuggenti rispetto ai gruppi terroristici tradizionali”. Così Guido Salvini, magistrato da oltre 40 anni a Milano, in colloquio con l’Adnkronos.

Luigi Salvini: gli anarchici hanno un’organizzazione fluida

Una lunga esperienza come giudice istruttore in materia di terrorismo di sinistra (Brigate Rosse, Prima Linea, Autonomia Operaia) e di destra (Nar) nel periodo in cui nascevano le leggi sui pentiti e sui dissociati. Oggi che il movimento anarchico torna a farsi sentire, solidale con Alfredo Cospito, in sciopero della fame contro il 41 bis, gli inquirenti spostano  indietro le lancette della storia.

Il loro obiettivo non è la rivoluzione ma la distruzione

Per Salvini, però, bisogna dimenticare le organizzazioni terroristiche che abbiamo conosciuto di estrazione marxista- leninista con le loro basi. I militanti clandestini. Ma anche l’anarchismo sociale, quello di Pinelli ad esempio, che è stato una componente del movimento operaio.  “La progettualità della Fai – spiega il giudice –  non è una rivoluzione. Ma la rivolta, la distruzione dell’intero esistente. Che si realizza con l’atto violento e la gratificazione che fornisce. Un pensiero quasi nichilista che è soddisfatto dall’azione in sé che colpisce le presunte catene della società e della civilizzazione”.

“Sono difficili da fermare, perché agiscono e scompaiono”

Le azioni della Federazione anarchica informale durano da 20 anni “grazie alla loro forma liquida” aggiunge Salvini. “Il primo attentato è stato nel 2003 contro Romano Prodi. Allora presidente dell’Unione europea. Poi altri obiettivi come le carceri, sedi di forze dell’ordine. Pacchi bomba a sedi nucleari. Sono hacker dell’intera società e c’è in qualche modo una affinità con l’Unabomber”.

Alimentazione forzata, è una strada percorribile ma contestata

“Per questo le indagini sono molto più difficili rispetto a quelle sui gruppi terroristici tradizionali. Ed è problematico contestare reati come quello di banda armata”, spiega il giudice. Che nel 1981 si trovò di fronte a un militante di Prima Linea. Pronto con un lungo sciopero della fame a lasciarsi morire in carcere. E per il quale il provvedimento del giudice istruttore Pietro Forno impose l’alimentazione forzata.

Cosa dice la Corte europea dei diritti dell’uomo

Anche per l’anarchico Cospito sarebbe possibile. “Allora quella scelta provocò un vasto dibattito tra chi la condivideva e chi no”, ricorda il giudice Salvini. “Tra chi vedeva una eventuale scarcerazione come un cedimento. E chi invece la considerava una violenza nei confronti del detenuto. Potrebbe anche oggi porsi nel caso Cospito lo stesso dilemma. Aggiungo che una sentenza della Corte europea dei Diritti dell’uomo del dicembre 2022 ha stabilito che, dovendo lo Stato salvaguardare la vita dei detenuti, l’alimentazione forzata non è un trattamento vietato. O degradante. Purché avvenga in condizioni di pericolo imminente e con il minimo di violenza sulla persona”.

 

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