Sconcertante “colloquio” di lavoro in Spagna, hostess costrette a spogliarsi: “Come animali allo zoo”

5 Gen 2023 20:45 - di Redazione
hostess costrette a spogliarsi

Alcune hostess si sono presentate a un colloquio di lavoro in Spagna, in un hotel di Madrid, e i reclutatori, per effettuare la selezione, invece di chiedere informazioni su esperienze, lingue parlate e capacità professionali, le hanno costrette a spogliarsi, rimanendo in slip e reggiseno. Dalla Spagna arriva un caso che sta facendo il giro del mondo: quello delle giovani donne che sono rimaste in slip e reggiseno durante una selezione per la Kuwait Airways. La vicenda è stata raccontata dal quotidiano spagnolo El Diario. All’hotel Melià Barajas di Madrid i reclutatori dell’agenzia che ha convocato le candidate le avrebbero costrette a togliersi i vestiti, con la scusa di dover cercare eventuali «imperfezioni». Un fatto grave, che a distanza di tempo due mesi è stato raccontato dalle stesse aspiranti hostess, umiliate e sconcertate dai colloqui.

Hostess costrette a spogliarsi in un colloquio di lavoro

L’agenzia che aveva convocato le candidate era una società spagnola, ora finita sotto inchiesta da parte del Dipartimento del lavoro iberico. Alcune delle donne coinvolte hanno raccontato tutto: i commenti umilianti e le richieste, a dir poco sconcertanti, di togliersi i vestiti. Secondo le testimonianze delle donne – ripostate dal Tgcom- i reclutatori hanno commentato le loro “figure” con frasi del tipo: “Non ci piace il tuo sorriso” o “Hai il corpo delle montagne russe”. C’è stata una “scrematura” delle candidate e sono rimaste fuori “quelle con voglie evidenti, con nei, cicatrici, quelle con occhiali o in sovrappeso”, riporta il sito: le “prescelte” sono state fatte entrare in una stanza dove sono state “invitate” a togliersi la camicia e tirarsi su maglioni e gonne restando in mutande: tale pratica è illegale in Spagna. E non solo in terra iberica.

Hostess costrette a spogliarsi: “Discriminazione intollerabile”

E pertanto è intevenuto sulla sconcertante vicenda il ministro dell’Occupazione: “È un comportamento intollerabile – ha commentato Joaquìn Pérez Rey -, che viola la dignità e i diritti fondamentali di queste donne”. Il ministro parla di “discriminazioni nell’accesso al lavoro”. Sostenendo che si è trattato di un comportamento per raccogliere “dati assolutamente irrilevanti per il processo di selezione. Che non può basarsi su elementi discriminatori o su dati personali sensibili”. Inoltre ipotizza che siano stati messi in atto “comportamenti vessatori”.

Aperta un’inchiesta in Spagna

Sulla vicenda l’ispettorato del Lavoro spagnolo ha quindi aperto un’inchiesta e sta raccogliendo altri dati e informazioni. L’agenzia aveva pubblicato l’offerta di lavoro sul suo profilo Instagram chiedendo alcuni requisiti: tra cui “altezza minima di 160 centimetri, peso proporzionato, buona forma fisica; disponibilità a superare una visita medica in Kuwait”. Possono essere gravi le conseguenze. Secondo l’ispettorato l’agtenzia “potrebbe essere soggetto a sanzioni molto gravi” previste dalla legge spagnola, che prevede multe fino a 225mila euro. E ancora, si segnala che “la richiesta di dati privati che possono risultare discriminatori per l’accesso al lavoro è punibile; oltre che lesiva della riservatezza e della dignità dei lavoratori, così come pare sia accaduto nell’offerta di lavoro e del processo di selezione in questo caso”.

I racconti delle candidate

 Una delle candidate, Marianna, 23 anni, ha detto di essere sentita “come un animale da zoo” quando è stata costretta a rimanere in slip e reggiseno; mentre una donna la passava ai raggi X prendendo appunti. Un’altra, Bianca, ha raccontato che “una ragazza è entrata in quella stanza ed è uscita in lacrime. Quando sono entrata io, mi hanno chiesto di tirarmi su il vestito. Io l’ho tirato sotto il ginocchio e loro me l’hanno sollevato fino agli slip. Sono rimasti lì in piedi in mutande e reggiseno”. Vergogna senza fine.

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