Saman, Meloni: “Non ci sono più dubbi: uccisa perché voleva vivere la sua libertà. Ora sia fatta giustizia”
Dopo le ultime acquisizioni d’indagine arrivate dagli esami anatomopatologi che accertano che il corpo rinvenuto a poca distanza dalla residenza Abbas è quello di Saman, il premier Meloni interviene sul caso. E in un tweet scrive: «Purtroppo non ci sono più dubbi, Saman Abbas è stata uccisa. Il corpo ritrovato a Novellara appartiene alla 18enne pachistana. A febbraio inizierà il processo che vedrà imputati i suoi familiari: sia fatta giustizia per una giovane innocente che voleva solo vivere la sua libertà». Un destino atroce, quello a cui la ragazza è andata incontro, su cui Giorgia Meloni si è più volte espressa, denunciando la piaga della violenza sulle donne. Come pure su tute le vittime che, anche nel nostro Paese, hanno pagato con la vita un prezzo al fondamentalismo islamico.
Meloni su Saman: «Sia fatta giustizia»
Ora è certo: il corpo rinvenuto nel rudere di Novellara è quello di Saman Abbas. L’identificazione è stata possibile per un’anomalia dentaria; così come è ormai chiara la causa della morte e la modalità omicidiaria. Saman, in base ai referti e ai primi riscontri anatomo-patologici, sarebbe morta strangolata: «L’osso ioide è fratturato nella parte sinistra e sono necessari accertamenti istologici per stabilire se pre o post portem», ha spiegato sul punto l’avvocato dell’Associazione Penelope, Barbara Iannucelli, già ammessa come parte civile nel corso dell’udienza preliminare del 17 maggio scorso. Dunque, la frattura dell’osso, nella parte anteriore del collo, avvalorerebbe l’ipotesi di strangolamento.
Condannata a morte dalla famiglia «per aver scelto di essere una ragazza libera»
Così come, in particolare in occasione del 25 novembre – giornata in cui si mette sotto i riflettori la piaga della violenza sulle donne – la Meloni ha sempre ribadito, in dichiarazioni pubbliche come dai suoi profili social, ha continuato «a chiedere verità e giustizia per Saman». Una ragazza pakistana appena 18enne, condannata a morte dai suoi familiari, «per aver scelto di essere una ragazza libera, di vivere da donna indipendente e senza imposizioni».
Verità e giustizia dovute a Saman, e a tutte le donne vittime di violenze
Sottolineando che: «Lo dobbiamo a lei e a tutte le vittime di violenze». Nel caso di Saman, poi, entra in campo anche il dibattito sulla mancata integrazione degli immigrati islamici, dovuta il più delle volte a un ostinato ossequio da parte di chi è emigrato nel Belpaese, a vivere secondo i dettami del credo musulmano. Un punto su cui, nei suoi passati interventi, Giorgia Meloni ha ribadito chiaramente: «Non accettiamo né fatwa né legge coranica. Le regole che valgono sono le stesse per tutti coloro che vivono in Italia. Senza eccezioni. E lo dovrebbero dire tutti, anche la sinistra, invece di accettare tutto ciò senza dire una sola parola di condanna».