Messina Denaro, un testimone: l’ho visto in un festino con un politico fra cocaina ed escort
Una persona, la cui identità al momento viene mantenuta coperta dall’anonimato, avrebbe raccontato all’ex-Iena, Ismaele La Vardera, oggi vicepresidente della Commissione antimafia della Regione Sicilia, che ha poi reso nota la vicenda raccontandola, a sua volta, all’inviato delle Iene, Filippo Roma, di aver partecipato a festini con il boss Matteo Messina Denaro, durante i quali giravano escort e cocaina, assieme ad un appartenente alle forze ordine, un medico e un politico molto noto, di cui non è stato, finora, fatto il nome.
Il problema di questo racconto è la fonte de relato: Ismaele La Vardera, ex-giornalista, poi Iena, oggi politico siciliano eletto nella lista civica Sud chiama Nord, formazione politica fondata da Cateno De Luca contro il Centrodestra, è l’autore di un contestato film, “Italian Politics”, realizzato nel 2917 registrando, con una telecamera nascosta, gli incontri elettorali privati dopo che aveva finto di candidarsi con la Lega nella corsa a sindaco di Palermo.
In quell’occasione La Vardera venne accusato di “mancanza d’imparzialità”: perché, si chiesero i critici cinematografici, non aveva fatto la stessa operazione nei confronti di Leoluca Orlando, che poi vinse le elezioni, e neanche del candidato grillino? “Se l’obiettivo era quello di mostrare la politica “in trasparenza” perché La Vardera ha scelto di non mostrarci anche i loro giochi?”.
Detto questo, cosa avrebbe raccontato il presunto testimone dei festini a La Vardera il quale, a sua volta, l’ha raccontato alle Iene?
“Si parla di un Matteo Messina Denaro che frequentava salotti importanti della borghesia e che partecipava come se nulla fosse a dei festini”, dice La Vardera all’inviato delle Iene.
“Ho denunciato la testimonianza che mi hanno reso al Ros. Il testimone è una persona per bene, che fa una vita normale, che aveva paura di parlare – continua La Vardera – perché le cose che poteva raccontare erano molto delicate e parlavano proprio di quella zona d’ombra che avrebbe potuto proteggere il boss latitante”.
Il vicepresidente dell’antimafia siciliana racconta di aver incontrato il testimone tramite una conoscenza in comune, e di avergli chiesto come mai abbia scelto di raccontare tutto a lui e non a magistrati e forze dell’ordine.
“Purtroppo, ho molta paura, non mi fido di nessuno. Tu ti fideresti se allo stesso tavolo vedi persone che potrebbero rappresentare la legge insieme a Matteo Messina Denaro?” è la risposta del testimone. “Questa persona mi riferisce che ha partecipato più volte a delle feste private”.
“Due anni fa, dopo il periodo del Covid ho avuto la possibilità di essere presente ad una festa – ha raccontato il testimone a La Vardera – Prima di entrare veniva fatta una specie di perquisizione e non potevi portare all’interno il telefono”.
“Se sei un uomo delle Forze dell’ordine non vai ad una festa privata per fare sniffare gli amici tuoi. Tu lavori per la legge, tu hai questo ruolo importante. Questa cosa mi fa arrabbiare… ho notato che alcuni dei presenti entravano in una stanza – ancora le parole del testimone a La Vardera – C’era cocaina. Quelli che erano lì mi si presentano solo per nome, e mi hanno spiegato che chiunque di quelle persone incontrate lì dentro, se io le avessi viste fuori, avrei dovuto far finta di non conoscerle. Tutte persone di classe. Mangiavano ostriche, ricci di mare, c’era anche il Mont blanc, champagne e vini molto costosi. Fino alla mezzanotte c’erano le cameriere normali, poi, dopo, arrivavano le escort. Ragazze di lusso. Si faceva sesso dopo mezzanotte. È stata data l’opportunità una sera”.
Un racconto che potrebbe essere vero. Ma che assomiglia anche, molto, ai racconti di tanti pentiti poi sbugiardati negli anni scorsi. Pentiti sulle cui dichiarazioni, smantellate dopo molti anni, sono stati costruiti processi politici poi finiti nel nulla, distrutte carriere e vite. Dunque la cautela è d’obbligo.
A questo punto del racconto, entrerebbe in scena, sotto falso nome, Matteo Messina Denaro.
Alla domanda di La Vardera sul come fosse arrivato a capire chi era Andrea Bonafede, cioè Matteo Messina Denaro, il testimone spiega: “Io sono consapevole che questa che mi è capitata è una situazione più grande di me. Finché non ho visto i giornali però non avevo collegato. Poi quando ho visto il suo viso, l’ho riconosciuto. Lui era lì, a quella festa. Quando l’ho visto, lui era lì seduto con un appartenente alle forze dell’ordine ed uno che fa il medico. Il viso di adesso, era lui là. Quello che ho incontrato alla festa si vedeva che era malato e sofferente. Si è presentato dicendo ‘Ciao sono Andrea‘ e aveva ferite post operatorie. Me L’ha detto lui, aveva una ferita fresca…aveva lo stesso occhiale scuro. E si vedeva un occhio difettoso sotto l’occhiale. Sembrava una persona per bene, io ho notato un orologio importante. Aveva scarpa stile Hogan, ma della Hermes, parlava con uno che io conosco che lavora nelle forze dell’ordine“.
“Poi, comunque sia, abbiamo parlato e mi ha fatto capire che lì non ci siamo mai visti. ‘Noi non ci siamo mai incontrati. Tu ti fai i fatti tuoi ed io i fatti miei e viviamo tutti felici e contenti'” avrebbe detto il boss
“Se sei una persona, per esempio come quell’Andrea Bonafede, non puoi stare seduto allo stesso tavolo con qualcuno che dovrebbe fare rispettare la legge”.
Nella conversazione il testimone fa anche riferimento a un politico, visto da questa persona in uno di questi festini. “Ad uno di questi eventi c’era anche un noto politico, non un politico qualsiasi, un politico importante“.
Queste notizie si devono prendere a mio avviso con estrema cautela perchè alle feste non si chiede certo l’identità ai presenti io per esempio ad una cena ero accanto ad un bellissima ragazza, ma mai avrei pensato fosse un Carabiniere e se fosse stata dall’altra parte della barricata ? un domani mi avrebbero potuto accusare tu a quella cena eri accanto ad una della mala, senza che sapessi nulla mi avrebbero accusato di essere colluso – cautela- cautela