Intercettazioni, Fdi “blinda” Nordio: “Da sinistra solo fake news, niente sconti a mafia e criminali”

21 Gen 2023 16:54 - di Stefania Campitelli

“Il governo Meloni ha dimostrato con i fatti la propria determinazione a combattere fino in fondo la mafia. La sinistra ha fatto ostruzionismo, invece, su un decreto del governo che prevedeva l’introduzione dell’ergastolo ostativo. Cioè l’impossibilità di godere dei benefici da parte dei condannati all’ergastolo che non collaborano con lo Stato”.  Parole chiare e ultimative quelle di Tommaso Foti dai microfoni di Rainews. Che mettono a tacere la narrazione della sinistra e dei grandi quotidiani sull’arresto di Matteo Messina Denato e le dietrologie dei complottisti per tutte le stagioni.

Foti: l’ergastolo ostativo è una vittoria del governo e una sconfitta per la mafia

La reintroduzione dell’ergastolo ostativo prima ancora di essere una vittoria per il governo Meloni è una grande sconfitta per i mafiosi”, aggiunge il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. Che denuncia l’incoerenza sistematica dell’opposizione sul terreno minato della giustizia e non solo. “È curioso come in Italia certi giornali scrivano i disegni di leggi, li commentino e li contestino. Però poi in Parlamento – osserva Foti – non troviamo questi disegni di legge perché non vengono licenziati”.

“Nordio ha ragione. No all’abuso delle intercettazioni”

Inevitabile il riferimento al ministro della Giustizia Carlo Nordio. Che, intervenendo alla Camera, ha parlato dell’abuso e dell’uso strumentale delle intercettazioni. Che – è bene  chiarirlo – restano fondamentali per l’attività investigativa. Soprattutto per i reati di mafia e corruzione, come vanno ripetendo da giorni il premier e i massimi esponenti di FdI.  “Dobbiamo capire se sia giusto che ancora prima che un cittadino sappia di essere indagato, le intercettazioni o i verbali di interrogatorio sono già pubblicati sui giornali”, taglia corto Foti.

Delmastro: non c’è ancora un progetto ne stiamo parlando

Anche il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, intervistato dal Messaggero, fa il punto. “Non c’è ancora un progetto di legge in cantiere, parliamo di misure allo studio dell’esecutivo. L’intenzione, in ogni caso, non è quella di togliere ai pubblici ministeri uno strumento fondamentale per le indagini. Piuttosto, c’è la necessità di rimettere mano a una riforma. Quella entrata in vigore nel 2020, che evidentemente non ha funzionato, visto che anche oggi leggiamo sui giornali conversazioni private che nulla hanno a che fare coi reati contestati agli indagati”.

Capire da dove nascono e stroncare le fughe di notizie

Occhi puntati sulle fughe di notizie e massima allerta. “Occorre capire da dove nascono. Anche attraverso l’Ispettorato generale del ministero, per verificare che non escano dalle procure. Il punto è delicato”, ammette Delmastro. “Ci confronteremo presto col ministro Nordio che da ex pm conosce bene questi temi. Ai quali, lo ribadisco, intendiamo mettere mano con equilibrio. Perché toccano da vicino il diritto di cronaca che nessuno intende limitare”.

Ciò che non è utile all’inchiesta va archiviato, non pubblicato

Ma sia chiaro nessuno, né il governo né il partito di Giorgia Meloni, vuole ‘abolire’ le intercettazioni. “È uno strumento fondamentale – sottolinea il sottosegretario alla Giustizia – ed è per questo che vogliamo tutelarlo. Una parte crescente dell’opinione pubblica è stufa di vedere sui giornali l’abuso che se ne fa. C’è il rischio che diventino, mi passi il termine, indigeste. Gli investigatori devono avere tutti gli strumenti a disposizione per indagare. E tutto dev’essere trascritto. Ma poi va fatta una selezione: ciò che non è utile all’inchiesta deve restare nell’archivio di chi indaga”.

Maullu: Che fine ha fatto la sinistra garantista?

Che fine ha fatto la sinistra garantista? si chiede invece Stefano Maullu deputato di FdI. “Laa stucchevole polemica innestata come sempre da una parte della stampa giustizialista e dai settori marginali della magistratura, insieme al partito che fu dell’ex comico Grillo –  dice il parlamentare –  non sorprende. Ciò che colpisce di più è l’incapacità del Pd e della sinistra riformista e garantista, se ancora esiste, di cogliere il nesso evidente tra le proposte del ministro Nordio e la riforma Vassalli Pisapia. Che ha cambiato il nostro sistema penale. E dove tutti gli strumenti di garanzia dell’imputato non hanno trovato alcun riscontro nella pratica”.

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