Assalto alla Cgil, Fiore e Castellino al processo danno la loro versione: Non volevamo incidenti
Al processo in cui sono imputati assieme ad altri per l’assalto alla Cgil avvenuto il 9 ottobre del 2021 a Roma dopo una manifestazione contro il Green Pass, parlano il leader di Forza Nuova, Roberto Fiore e l’ex-leader romano di Fn, Giuliano Castellino, accusati di devastazione aggravata in concorso e istigazione a delinquere con Luigi Aronica.
“Non volevamo devastare la Cgil ma volevamo fare una manifestazione pacifica. Mi ricordo di avere detto: “oh, non famo reati“, sostiene Roberto Fiore, chiamato in udienza a dare la sua versione dei fatti.
“Il mio interesse era che vi fosse una manifestazione politica – ha detto Fiore davanti ai giudici della prima sezione del Tribunale collegiale di Roma – e che non ci fossero incidenti. Dopo 50 anni di attività politica non si può pensare che io sia così folle da concludere una grande manifestazione politica con l’assalto a un sindacato“.
Riferendo la sua versione di quanto avvenuto quel giorno, Fiore ha detto che “c’era totale concordia con le forze dell’ordine, il corteo era pacifico fino a quando siamo arrivati nella zona di piazzale Brasile. Lì due blindati si fermano e bloccano il corteo: la vicenda si drammatizza quando un mezzo investe uno dei manifestanti. Questo ha scatenato una prima reazione delle tante persone presenti. Poi arriviamo davanti alla sede del sindacato dove volevamo fare un sit-in. Qualcuno, non un manifestante, ad un certo punto apre la porta e li capisco che la situazione sta peggiorando e decido di spendermi per fare uscire le persone che erano entrate. Dentro non c’erano militanti di Forza Nuova, ho visto signore con le borse“, assicura Fiore. Che ha poi sostenuto di avere visto, all’interno della sede del sindacato, due persone “entrambi con le mascherine, che si sono passati qualcosa, forse un distintivo e stavano riprendendo con una telecamera: forse sarebbe corretto accertare chi fossero”.
“L’idea di andare alla Cgil in Corso d’Italia è stata mia e l’ho condivisa con gli altri organizzatori che erano con me sul palco della manifestazione del 9 ottobre in piazza del Popolo – ammette, quando è il suo turno, Giuliano Castellino. – Volevo che venisse Landini, volevamo ‘assediare’ la sede del sindacato, non assaltarla. Dopo cinque giorni sarebbe entrato in vigore l’obbligo di green pass per i lavoratori e volevamo parlare con il leader sindacale Maurizio Landini, per aprire una trattativa e chiedere un referendum“.
“Non volevamo creare incidenti, ci siamo ritrovati con migliaia di persone in piazza che avevano iniziato a gridare ‘corteo, corteo“.
E “una volta davanti alla sede della Cgil, io non sono entrato dentro con gli altri manifestanti ma anzi ho detto al megafono di non entrare: ho un video che lo dimostra e che metterò a disposizione”, assicura Castellino davanti ai giudici della prima sezione penale. Non faccio il ‘boy scout’ o il chierichetto – ha concluso l’ex-leader romano di Fn – e non mi pento del mio passato, ma quel giorno non volevamo incidenti“.