Vaticano, monsignor Perlasca: messaggi pesanti dalla Chaoqui. Che ora sarà interrogata
Monsignor Alberto Perlasca, considerato il teste chiave nel processo in Vaticano per lo scandalo finanziario legato alla compravendita del Palazzo londinese di Sloane Avenue, sentito anche oggi in Aula, ha raccontato che con Francesca Chaoqui c’è stato uno scambio di una quindicina di messaggi nei quali lei sosteneva di conoscere tutti: dal pm, ai gendarmi.
Perlasca ha parlato anche di messaggi “pesanti” da parte della Chaoqui come quello nel quale avrebbe detto: ‘Non bloccarmi o finisci sui giornali’. L’omertà ti ha portato a fare la figura del ladro dei poveri. Hai raggiunto uno squallore mondiale”.
Di questa corrispondenza, Perlasca ha detto di averne parlato a Becciu che gli avrebbe risposto: “Lei è ormai fuori da tutti i giri, anche dalla stampa. E’ innocua”.
Anche il presidente del Tribunale, Giuseppe Pignatone, ha interpellato Perlasca in particolare sull’incontro a Londra per chiudere l’affare del Palazzo. Alla domanda se il sostituto alla segreteria di Stato Pena Parra fosse al corrente, Perlasca ha risposto affermativamente. E nel corso del dibattimento è stato reso noto che anche Pena Parra sarà ascoltato come teste.
Ci sarà un confronto all’americana tra Francesca Immacolata Chaoqui e Genoveffa Putignani Ciferri.
La decisione è stata presa dal Tribunale del Vaticano presieduto da Giuseppe Pignatone in seguito al deposito delle nuove chat ricevute dal Promotore di Giustizia Diddi nei giorni scorsi che hanno al centro le due donne.
La Chaoqui, infatti, già membro della Cosea processata per Vatileaks 2, da quanto è emerso ieri in Aula, sarebbe stata la suggeritrice del memoriale di mons. Perlasca, considerato il teste chiave del processo, con il tramite della Ciferri.
Proprio queste chat, che hanno portato Diddi ad aprire un nuovo fascicolo ancora senza ipotesi di reato, hanno spinto le difese a fare diverse richieste al Tribunale: c’è chi ha chiesto di rinviare il dibattimento in data da destinarsi, chi di sospenderlo per ricostruire il tutto, chi di inviare gli atti alla Procura di Roma. Pignatone ha respinto tutte le richieste disponendo il confronto in Aula tra le due donne all’inizio del nuovo anno.
Nell’udienza di ieri al processo in Vaticano per lo scandalo finanziario legato alla compravendita del Palazzo londinese di Sloane Avenue c’era stato l’ennesimo colpo di scena.
In apertura dell’udienza, infatti, il Promotore di giustizia Vaticano, l’avvocato romano Alessandro Diddi, aveva annunciato di avere depositato nuovi documenti ricevuti in questi giorni da Genevieve Ciferri, amica del supertestimone monsignor Perlasca, e relativi ad una corrispondenza via whatsapp tra la stessa Ciferri e Francesca Chaoqui.
Da queste chat Whatsapp è emerso che a suggerire il memoriale a monsignor Alberto Perlasca, teste chiave del processo in corso in Tribunale, e grande accusatore del cardinal Angelo Becciu e di Cecilia Marogna, ci sarebbe stata Francesca Immacolata Chaoqui, già membro della Cosea processata per lo scandalo Vatileaks 2.
Torna, dunque, in primo piano la pubblic relation romana che ha occupato per mesi le cronache giudiziarie.
Da questa serie di chat ricevute, ha riferito Diddi, sono stati estrapolati 126 messaggi che, come ha spiegato, hanno determinato l’apertura di un nuovo fascicolo processuale.
E anche se al momento non è stata formulata l’ipotesi di reato, Diddi non ha scartato possibili “iniziative contro Perlasca”, già piuttosto vacillante come testimone chiave.
Già Pignatone, nella scorsa udienza, di fronte alle reticenze e ai tanti “non ricordo” del teste, aveva avvertito Perlasca del rischio di una incriminazione per “falsa testimonianza”.
Il presidente Pignatone, dopo una camera di consiglio per vagliare la nuova documentazione, ha spiegato che da questo nuovo deposito di documenti emergerebbe che era stata la Ciferri a suggerire a Perlasca il memoriale del 31 agosto 2020, dietro “suggerimento dei temi da parte della Chaoqui”.
Perlasca in prima battuta ha spiegato che inizialmente la Ciferri gli aveva detto che “il suggeritore del memoriale era un consulente giuridico, poi venerdì la stessa Ciferri mi ha rivelato che era stata la Chaoqui”.
Perlasca, riferendosi a quest’ultima, ha detto: ”So chi è ma non la ho mai incontrata”.
Domani sarà ascoltata l’amica di Perlasca Genevieve Ciferri, nell’ambito del processo in corso, come autrice degli whatsapp mandati a Diddi.
Il presidente del Tribunale Vaticano, nel corso dell’interrogatorio di Perlasca, è tornato sulla famosa cena allo Scarpone del 5 settembre 2020 tra Perlasca e il cardinale Angelo Becciu, tra i dieci imputati nel processo, chiedendo se fosse convinto o meno di essere intercettato.
Perlasca ha risposto che poiché aveva avvertito la Gendarmeria Vaticana dell’incontro, “facevo fatica a pensare che la Gendarmeria ci intercettasse in territorio italiano”.