Regole sui migranti, Piantedosi nega scontri in atto. Ma a sinistra parlano di “colpo basso alle Ong”

19 Dic 2022 11:04 - di Martino Della Costa
Migranti

Migranti, serve un giro di vite per arginare lo strapotere delle Ong che gestiscono arbitrariamente soccorsi e rotte. E coi trafficanti che pilotano viaggi e destini. Sulla vexata quaestio, allora, in un colloquio con il quotidiano Il Foglio, il ministro dell’Interno Piantedosi fa il punto della situazione, giunta ormai a livelli drammatici. Come purtroppo avvalorato dall’ultimo naufragio a largo di Lampedusa: una ennesima tragedia in cui ha perso la vita una bambina di neanche 3 anni. Un’altra strage del mare su cui Matteo Salvini, in visita sull’isola dove oggi incontrerà, oltre agli amministratori locali, anche la Guardia costiera per ringraziare gli equipaggi per il lavoro svolto nel salvataggio dei migranti, non a caso ha sottolineato: «Abbiamo il dovere di fermare il traffico di esseri umani gestito da criminali, che porta solo morte e disperazione. Più partenze significa più vittime. L’immigrazione va gestita e controllata. Una preghiera per questa bimba volata in cielo».

Migranti, Piantedosi: una questione difficile da gestire, un fenomeno cangiante che alimenta narrazioni forvianti

Un punto, quello della necessità stringente di governare i flussi di migranti, su cui batte il ministro Piantedosi. Il quale, nell’intervista al Foglio rilancia: «L’immigrazione è una faccenda difficile da gestire, perché il fenomeno, almeno in queste proporzioni, è relativamente recente. Perché è sempre cangiante. E perché richiede convergenze e intese a livello internazionale, e si scontra spesso, però, con la divergenza di interessi dei vari Stati coinvolti». Una realtà controversa, in merito alla quale il titolare del Viminale non esita a evidenziare come «di fronte alla pervicacia della volontà mostrata da alcune Ong di forzare le regole e le leggi dello Stato. Di porre sotto stress le relazioni tra Paesi amici. Oltre che di adottare condotte che vanno di gran lunga oltre i meri intenti umanitari, non mi sento di escludere fino in fondo che possa esserci una regia che risponde a disegni più ampi. Ma in Italia si finisce presto poi col lasciarsi suggestionare dalle trame occulte…Quindi meglio non alimentare queste narrazioni».

Gli aedi del buonismo di sinistra parlano di «colpo basso alle Ong»

E così, a proposito di “narrazione”, gli aedi di sinistra – stampa, sindaci e parlamentari indifferentemente – continuano a insistere su un buonismo d’accatto e su un’idea di accoglienza coatta che fin qui – ed è dimostrato drammaticamente – non hanno purtroppo impedito le stragi del mare. Così, mentre per esempio la Repubblica ancora oggi scrive di «giorni di navigazione. Costi altissimi per il carburante consumato. Missioni interrotte per portare a terra poche decine di migranti soccorsi, subito dopo il primo intervento: appena 27 la Rise Above (approdata a Gioia Tauro ndr), «e 70 la Life Support di Emergency al suo debutto» (arrivata a Livorno ndr). Parlando di «colpo basso per le Ong già in mare o che salpano, come la Ocean Viking partita ieri da Marsiglia». Il Viminale ribadisce attraverso le parole del suo numero uno: «Che non è uno scontro. Non c’è, da parte del governo, alcun tentativo di criminalizzare queste organizzazioni».

Migranti, il ministro chiarisce: non si tratta di uno scontro con le Ong, ma servono regole chiare

«Purché però – sottolinea il ministro – la loro azione non sia tesa deliberatamente a configurarsi come un’azione contro il governo. In quel caso non possiamo restare passivi», ha continuato Piantedosi, precisando: «Le accuse che ci vengono rivolte sul piano umanitario sono, devo dirlo, quelle che trovo più disdicevoli». E allora, mentre sempre il quotidiano diretto da Molinari, ancora oggi, parla a proposito del Viminale di «un vero e proprio test di quel codice di condotta che prenderà forza di legge nelle prossime settimane in un decreto», come di una «resa alle destre europee, già sperimentata da Minniti». Come di «un modo per criminalizzare chi salva vite umane al posto degli Stati che non vogliono farlo». Piantedosi spiega chiaramente che «la nostra bussola non è puntare a criminalizzare le Ong».

Regole in linea con il diritto internazionale che distinguano tra chi opera salvataggi non concordati e chi favorisce i trafficanti

E ancora: che servono regole chiare al soccorso in mare, in linea con il diritto internazionale. Perché occorre saper distinguere le navi che operano salvataggi non concordati (cui l’Italia sarà disponibile ad assegnare un porto, se sarà quello più vicino), da quelle che effettuano operazioni di soccorso sistematiche che — secondo il Viminale — favoriscono le organizzazioni dei trafficanti. Pertanto, ha concluso sul punto il ministro Piantedosi, «nel prossimo codice di comportamento per le Ong, che contiamo di definire nelle prossime settimane, abbiamo l’ambizione di procedere a rafforzare le sanzioni amministrative anziché perseguire la via penale, come è stato fatto nel recente passato. Una gradualità di sanzioni che arrivino fino al sequestro». Perché «non si può non vedere che la presenza delle Ong nel Mediterraneo costituisce un fattore di attrazione. E un incentivo alle partenze». Partenze che, sempre più spesso, culminano in tragedie e stragi di innocenti.

 

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