Pnrr, Musumeci: «Il governo non consentirà ritardi: Ischia richiama tutti alla responsabilità»
L’obiettivo è «neutralizzare il triste e disperante déjà-vu» e la «ricorrente amnesia» che sempre in Italia si registrano dopo tragedie come quella di Ischia. Per riuscirci servono «uno scatto di consapevolezza» e strumenti operativi che, finalmente, trasformino in azioni i proclami sulla necessità di mettere in mettere in sicurezza il territorio. Il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, fedele al suo carattere, è onesto: «È presto per parlare di un cambio di passo», ma con la stessa franchezza chiarisce anche che ci sono «un rinnovato interesse e molta sensibilità», manifestati dagli assessori alla Protezione civile che subito ha riunito e con i quali ha deciso di istituzionalizzare gli incontri in forma periodica.
Musumeci: «La tragedia di Ischia richiama tutti alla responsabilità»
«Obiettivo prioritario delle riunioni sarà anche un monitoraggio dello stato di attuazione dei progetti e della spesa», ha chiarito in una lunga intervista con l’Huffington Post, a proposito della necessità non perdere il treno dei fondi del Pnrr per il dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio. «La tragedia di Ischia richiama tutti a una responsabilità primaria che è quella di spendere in tempi celeri e farlo bene, per mettere in sicurezza il territorio nazionale nelle sue fragilità», ha sottolineato Musumeci, chiarendo che per centrare gli obiettivi «il governo è pronto a usare anche poteri sostitutivi e sanzionatori se occorresse».
I fondi del Pnrr vanno spesi «presto e bene»: il governo pronto a usare «commissari e sanzioni»
Vale a dire che, ha spiegato il ministro, «in caso di mancato rispetto degli obblighi e degli impegni presi dai soggetti attuatori (che, insieme ai ministeri, sono Regioni ed enti locali, ndr), inclusi il ritardo, l’inerzia o la difformità nell’esecuzione dei progetti», il governo «può attribuire a un altro organo pubblico o a un commissario ad acta il potere di adottare gli atti necessari all’attuazione dei progetti». L’auspicio, comunque, è che «non ce ne sia bisogno». Il Pnrr «è di certo la sfida maggiore, inutile nasconderselo. Ma noi, premier in testa, siamo convinti di vincerla», ha poi aggiunto Musumeci, ricordando che «ciascuno dovrà fare la sua parte in tempestività. Abbiamo una comune e grande responsabilità come sistema-Nazione, nessuno può sottrarsi».
Musumeci: «L’ammodernamento di autostrade e ferrovie al Sud è un nodo ineludibile»
«Certo, se le Regioni fossero state coinvolte dal governo nazionale quando si è deciso sul Pnrr alcuni problemi logistici e procedurali li avremmo evitati. Comunque io faccio prevalere l’ottimismo della ragione», ha proseguito il ministro per la Protezione civile, ricordando che
«la cabina di regia guidata dal collega Fitto, su delega del presidente Meloni, sta svolgendo un’attenta azione di monitoraggio dei progetti con particolare attenzione a tempi ed esecutività effettiva degli stessi» e sottolineando, anche da uomo del Sud, che «l’ammodernamento della rete autostradale e ferroviaria costituisce per il Mezzogiorno è un nodo ineludibile». «Spesso si usa questo argomento contro l’idea del Ponte sullo Stretto. In realtà, l’uno non esclude l’altro; anzi le due questioni sono complementari. Ma quando parliamo di Pnrr è chiaro che non facciamo riferimento alle infrastrutture strategiche: solo un folle potrebbe pensare di completare una grande infrastruttura per la mobilità entro tre anni, come vuole Bruxelles. Servono altre procedure, con altri fondi, che non mancano», ha aggiunto.
Le riforme? «Non si fanno per dispetto al governo precedente, ma per coerenza con gli impegni assunti con gli italiani»
Sullo sfondo comunque dunque «la questione dell’adeguamento del Pnrr, su cui la presidente Giorgia Meloni insiste da tempo e che si manifesta in tutta la sua concretezza». «Bruxelles non potrà non tenerne conto», ha detto Musumeci, ricordando che lo scenario, da quando è stato pensato il regolamento del Piano, è stato stravolto dalla guerra in Ucraina e dalle sue conseguenze. «Non toccherete nulla delle riforme concordate da Draghi con Bruxelles?», ha quindi chiesto Alessandro De Angelis, che firma l’intervista, richiamando le parole del commissario Gentiloni sul fatto che esiste una certa tolleranza sulla spesa, ma non sulle riforme. «Le riforme – ha risposto il ministro- non si propongono per fare un dispetto al governo precedente, ma solo se si rendono coerenti con gli impegni assunti con gli italiani in campagna elettorale. Questo – ha chiarito – è lo spirito col quale si sta lavorando in queste settimane».