L’autore per bambini Vakulenko rapito e ucciso dai russi: prima di sparire seppellì in giardino il suo diario

1 Dic 2022 17:25 - di Lorenza Mariani
scrittore per bambini

L’orrore della guerra e la sua ferocia hanno fatto irruzione in casa dell’autore di testi per bambini, l’ucraino Volodymyr Vakulenko. Il recinto della poesia e dell’armonia all’interno del quale si era rifugiato, grazie alla letteratura per ragazzi a una poetica che mescolava neoclassicismo e gusto per l’assurdo, non ha retto alla brutalità degli invasori che il 23 marzo, agli inizi del conflitto, hanno bussato alla sua porta per prelevarlo. Interrogarlo. Torturarlo, per poi liberarlo. Per poco, però: ad aprile, infatti, i russi hanno rapito nuovamente lo scrittore e attivista 50enne: e da quel momento in poi, però, di lui non si è saputo più nulla. Fino ad oggi…

Volodymyr Vakulenko, lo scrittore per bambini rapito e ucciso dai russi

Perché Vakulenko non è scappato dopo il primo sequestro. Ha continuato a rimanere nella sua casa di Kapytolivka, un villaggio alla periferia di Izyum. Lì, nella sua cucina, dove lo hanno prelevato per l’ultima volta. In quell’Est dell’Ucraina caduto a inizio guerra e dove lo hanno ritrovato, sepolto in una fossa comune, con più di 400 corpi di uomini e donne senza nome. La moglie Iryna lo ha riconosciuto dal tatuaggio sul braccio. I giornalisti di Suspilne hanno individuato da una foto il numero della tomba: il 319. Ora la morte dello scrittore è confermata anche dall’esame del Dna.

Il suo corpo ritrovato in una fosse comune insieme a 400 uomini e donne senza nome

La sua famiglia lo ha cercato disperatamente per oltre sei mesi con la speranza di ritrovarlo. Una speranza di sfuggire all’orrore dell’invasione, che forse Volodymyr non ha mai nutrito davvero fino in fondo. Tanto che, come ha reso noto la scrittrice Viktoria Amelina su Facebook, raccontando gli ultimi giorni di libertà del romanziere amico, è stato lui stesso a seppellire il suo diario nel giardino di casa, sotto un ciliegio, prima che i russi venissero a prelevarlo in casa sua.

Prima di scomparire, Vakulenko nascose sotto un ciliegio l’ultimo diario: “Credo nella nostra vittoria”

Poche, ma intense pagine (sembra una trentina) che si chiudevano con una frase: «Ogni cosa sarà Ucraina! Credo nella nostra vittoria». Il testamento spirituale di uno scrittore per bambini che aveva vinto due premi letterari nazionali, con Cemetery of Hearts. Che aveva pubblicato tredici libri tradotti in sei lingue. Che credeva nell’indipendenza dell’Ucraina e sosteneva per il suo Paese una politica filo-europeista. Un autore amato in patria e stimato in Europa.

 

 

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