I Girasoli di Van Gogh in tribunale, gli eredi di un banchiere ebreo: venduti a causa dei nazisti

17 Dic 2022 17:05 - di Redazione
Girasoli

I celeberrimi “Girasoli” di Vincent Van Gogh finiscono davanti a un tribunale statunitense che dovrà aprire un processo per una rivendicata proprietà: quasi 80 anni fa il quadro sarebbe stato venduto con la “coercizione nazista”. Gli eredi di Paul von Mendelssohn-Bartholdy, banchiere ebreo tedesco di Berlino che liquidò la sua vasta collezione d’arte per evitare le rappresaglie naziste, hanno intentato una causa il 13 dicembre contro l’attuale proprietario del famoso dipinto del pittore olandese un tempo in suo possesso. I querelanti, come riferisce oggi “The Art Newspaper“, sostengono che la Sompo Holdings, società assicuratrice con sede in Giappone, era pienamente consapevole del fatto che “I girasoli” (1888) fosse una “vittima delle politiche naziste” e ha proceduto al suo acquisto nonostante il contesto storico della sua precedente vendita.

La società giapponese si difende: i Girasoli acquisiti a un’asta pubblica

I discendenti di Mendelssohn-Bartholdy – Julius H. Schoeps, Britt-Marie Enhoerning e Florence Von Kesselstatt – sostengono che la Sompo Holdings sia stata “sconsideratamente indifferente” al passato del dipinto, un’affermazione che Sho Tanka, portavoce della Sompo, ha contestato. “Sompo respinge categoricamente qualsiasi accusa di illecito e intende difendere con forza i propri diritti di proprietà sui Girasoli“, ha dichiarato Tanka, aggiungendo che il predecessore di Sompo, Yasuda Fire & Marine Insurance Company, si era procurato il Van Gogh da un’asta pubblica di Christie’s a Londra nel 1987. “Per oltre 35 anni, il Sompo Museum of Fine Art di Tokyo ha esposto con orgoglio i Girasoli”.

Il banchiere costretto a vendere il quadro nel 1934

Mendelssohn-Bartholdy vendette i Girasoli e altri pezzi della sua collezione nel 1934, temendo che il regime nazista nei confronti degli imprenditori ebrei lo avrebbe reso un bersaglio. Morì l’anno successivo. Nella denuncia di 98 pagine presentata dagli eredi si afferma che il banchiere “non ha mai avuto intenzione di trasferire nessuno dei suoi dipinti e che è stato costretto a farlo solo a causa delle minacce e delle pressioni economiche del governo nazista”.

La causa intentata presso la corte federale di Chicago

Yasuda Fire & Marine acquistò il dipinto di Van Gogh per 39,9 milioni di dollari (tasse incluse) nel 1987 – stabilendo all’epoca un nuovo record per l’opera d’arte più costosa venduta all’asta – e alla fine lo mise in mostra permanente nel museo Sompo di Tokyo. Pur riconoscendo che Sompo Holdings non ha sfruttato “intenzionalmente” le circostanze della vendita del dipinto nel 1934, gli eredi affermano che la dolorosa provenienza dei “Girasoli” è stata “ignorata”.

I querelanti risiedono in Germania e nello Stato di New York, ma hanno intentato la causa presso la Corte federale di Chicago a causa dei rapporti commerciali di Sompo in quella città americana; chiedono al tribunale la restituzione del dipinto o, in alternativa, 750 milioni di dollari di danni.

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