Giustizia, i penalisti con Nordio: «Separazione delle carriere e intercettazioni sono priorità»

15 Dic 2022 15:16 - di Redazione
Nordio

Il ritorno al regime della prescrizione sostanziale, la riforma delle intercettazioni e delle impugnazioni del pubblico ministero, la separazione delle carriere, la soluzione della drammatica emergenza carceraria con l’implementazione delle misure alternative dalla detenzione. Sono solo alcune delle priorità indicate dai avvocati penalisti italiani al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in occasione di un incontro tenutosi ieri. Al centro del confronto anche l’apertura di tavoli di lavoro congiunti per arrivare ad «approdi condivisi». I legali hanno espresso al ministro «vivo apprezzamento» per le linee programmatiche esposte in Parlamento e auspicato che «ad esse possano seguire concrete iniziative di attuazione».

Nordio incontra l’Unione Camere Penali

La delegazione ha consegnato al ministro Nordio un’articolata serie di proposte di modifica dei decreti attuativi della cosiddetta riforma Cartabia. In realtà, più che di riforma si dovrebbe parlare di leggero ritocco dell’esistente. La legge Cartabia, infatti, ha apportato modificato solo in superficie. E non sempre nella direzione di conferire maggiore efficienza e maggiore speditezza alla giustizia. Anzi, spiegano gli avvocati penalisti, «in alcuni casi ha determinato risultati pregiudizievoli, per esempio in materia di impugnazioni, per il diritto di difesa dei cittadini, peraltro senza alcuna reale incidenza sui tempi dei processi».

Tavolo comune per le modifiche alla “Cartabia”

Secondo quanto riferito al termine dell’incontro dai delegati dell’Ucpi (Unione Camere penali italiane), il ministro Nordio ha condiviso le preoccupazioni segnalate dagli avvocati. Non solo, ma avrebbe anche preannunciato la convocazione in tempi brevi di un tavolo comune, composto sia da rappresentanti dell’avvocatura sia della magistratura. Sarà proprio tale tavolo a fare il punto sulle modifiche necessarie da apportare ai decreti attuativi della riforma Cartabia e al nuovo regime della prescrizione processuale. Facile solo a dirsi. Per il Guardasigilli, infatti, resta tutta in salita la strada con l’Anm, il sindacato delle toghe, che ha già espresso contrarietà agli indirizzi di governo da lui annunciati in materia di giustizia.

 

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